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Arturo Toscanini, direttore d'orchestra e antifascista

Arturo Toscanini è stato il più grande direttore d'orchestra della storia, ma anche un uomo dalla forte personalità in grado di contrastare il regime fascista.

Gli esordi del grande maestro

Arturo Toscanini nacque a Parma (dove si trova la sua casa natale) nel 1867 e, grazie a una borsa di studio, cominciò a dedicarsi allo studio del violoncello e della composizione presso il conservatorio, dimostrando subito grande talento. Si diplomò nel 1885 e cominciò a viaggiare per il Sud America, con l’orchestra dell’opera. Fu proprio per un evento fortuito in Brasile che si trovò a dirigere l’orchestra durante la rappresentazione dell’Aida, iniziando così la sua grande carriera artistica. Dal 1898 al 1908 collaborò con la Scala di Milano, poi fu chiamato a dirigere l’orchestra del Metropolitan a New York, rientrando in Italia durante la Prima Guerra Mondiale per dedicarsi a una serie di concerti a scopo benefico. Alla fine della guerra cominciò a pensare alla riorganizzazione del Teatro alla Scala.

Dal periodo fascista

A un certo punto della sua carriera cominciò un'aspra polemica con il regime fascista che lo costrinse a lasciare l'Italia fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Tutto cominciò in occasione di un concerto da lui diretto a Bologna (1931) in presenza di Ciano durante il quale il maestro non volle eseguire l’inno fascista e quello reale. Per questo motivo, all’uscita del teatro fu aggredito e schiaffeggiato da un facinoroso. Decise quindi di non lavorare più in Italia finché ci fossero stati la dittatura e la monarchia. Tornò così a vivere ed a lavorare negli Stati Uniti per circa 15 anni, fino alla fine della guerra. In realtà, però, Toscanini all’inizio del fascismo si candidò anche nel partito, condividendone il programma e gli ideali (1919) ma pian piano perse l’iniziale entusiasmo decidendo di difendere il più possibile l’autonomia del sua lavoro e della sua orchestra. Fu così che si rifiutò addirittura di dirigere la Turandot del suo grande amico Puccini, per la presenza in sala di Mussolini. Dal 1946 ricominciò a dirigere presso il Teatro alla Scala fino al 1954 quando con il suo ultimo concerto dedicato a Wagner (con la NBC Symphony Orchestra) disse addio alle scene ritirandosi a vita privata. Morì nel 1957 a New York ed è sepolto nel cimitero monumentale di Milano. La sua casa natale a Parma è stata trasformata in un museo interamente dedicato alla vita e al lavoro del grande maestro.
La città di Parma nel 2007 ha dedicato a Toscanini una serie di manifestazioni e celebrazioni in occasione dell'anniversario della sua morte.

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