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Blade Trinity (2004): recensione

Terzo episodio della saga dedicata a Blade, supereroe proveniente dai fumetti della Marvel, “Blade Trinity” si rivela finale stanco di una saga che dopo il successo del secondo episodio “Blade II”, probabilmente aveva già terminato il suo percorso comunicativo.

La vicenda

I vampiri trovano il sistema di far apparire Blade colpevole dell’omicidio di un umano, tanto che verrà così ricercato da Polizia. Resosi conto della situazione, il suo maestro e amico, Abraham Whistler, fa esplodere l’edificio che era laboratorio e sede di Blade, sacrificandosi, ma impedendo così che l’opinione pubblica arrivi a conoscere la vera identità e natura del suo protetto. Catturato, Blade viene lasciato alla mercé dei vampiri ma, un gruppo di umani, anch’essi cacciatori di morti viventi, comandati tra l’altro da Abigail Whistler, figlia del suo mentore, riescono a farlo fuggire. In cambio della liberazione gli verrà chiesto di aiutare il gruppo a catturare un potente vampiro, Drake, ritenuto il progenitore della specie. Prenderà avvio dunque una difficilissima lotta anche perché Drake ha il potere di cambiare fisionomia. Sarà una lotta spietata, tutti consapevoli che il vincitore, farà prevalere una razza sull’altra. La lotta proseguirà fino all’ultimo istante, decisa in extremis da un’ampolla di virus letale.

Il film

Se Drake, come era nell’intento degli sceneggiatori, doveva essere una nuova riesumazione di Dracula, il vecchio Christopher Lee e, ancor più di lui, Bela Lugosi, entrambi interpreti di meravigliose figure del Conte Dracula, piangeranno lacrime amare. Ma non solo loro. Questo terzo episodio della saga è veramente forzato. "Blade Trinity" è film che si nutre di eccessi, di troppe pallottole e di troppo sangue. La trama, praticamente inesistente, vive di assurdi comportamenti da parte di tutti, strampalati addirittura e forzatamente indirizzati verso l’ovvietà della lotta e dell’odio tra emofagi e umani con l’inevitabile innesto del corrotto e del traditore, che, guarda caso, appartiene sempre a quest’ultima razza. Clichés scontati, scollegati tra loro che servono solo da intermezzo tra una carneficina e l’altra. A metà strada tra l’horror, il thriller ed il film d’azione questa trilogia di Blade si conclude stancamente, esausta non solo per le continue lotte, ma anche la mancanza di idee. Ha parzialmente sostenuto la prova del botteghino solo perché reduce da un secondo episodio che era stato invece ben calibrato. Qui tanta è la mancanza di ispirazione che nella scena ove gli umani vengono mantenuti in coma farmacologico, si assiste ad una pessima emulazione di quanto già invece ci avevano mostrato bestseller come “Alien” o ancora il primo e l’ultimo “Matrix” con le loro fattorie umane. Ma ben altro spessore avevano le vicende. Una pellicola inutile che verrà ricordata solo perché parte di una trilogia che poteva evitarsi di divenire tale.

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