Come funziona l'autotrapianto di capelli
Quando le terapie mediche hanno prodotto risultati insoddisfacenti contro la caduta dei capelli, ecco che l’autotrapianto diventa l’unico intervento possibile. Le tecniche utilizzate differiscono principalmente per la prima fase, che riguarda il prelievo dei capelli e l’articolo illustrerà tali differenze.
Metodo tradizionale
Nel 1950 vennero effettuati i primi trapianti, consistenti nell’innesto di cilindri composti da 10-12 bulbi, che crescevano a piccoli ciuffi rendendo la chioma innaturale e simile a quella delle bambole. Oggi si effettua il trapianto di follicoli piliferi singoli, contenti solo da uno a quattro bulbi, per un risultato molto naturale.
Il prelievo di tali bulbi, avviene nella zona di cuoio capelluto sopra la nuca, perché qui le unità follicolari hanno delle caratteristiche genetiche che le rendono immuni dall’influenza dell’ormone responsabile soprattutto della calvizie nell'uomo (DHT) e che conservano anche dopo il trapianto.
Ciò significa che un’eventuale caduta delle unità follicolari nei giorni successivi ad esso, sarebbe da imputare solo a un intervento non adeguato.
Il prelievo di capelli, secondo il metodo tradizionale, prevede l’asportazione chirurgica di una striscia di cuoio capelluto che consente di ottenere circa 3.500 bulbi.
Si procede poi con lo Slivering, che consiste nell’eseguirne al microscopio il taglio in minuscole porzioni, contenenti da uno a tre bulbi.
Il problema di tale metodo è l’eccessiva manipolazione dei bulbi che può determinare una scarsa sopravvivenza dei capelli e la formazione di una cicatrice lunga circa dodici centimetri e spesso larga e sporgente, a causa della zona, soggetta a tensione cutanea, in cui si trova.
Nella clinica di Hasson & Wong a Vancouver (Canada) vengono effettuati dei trapianti con tecniche che riducono i problemi legati ai metodi tradizionali. Quello della cicatrice viene parzialmente risolto con un sistema di chiusura tramite graffette, la ricrescita degli innesti viene massimizzata e il sistema Lateral slit Technique, permette di imitare la collocazione naturale dei follicoli (autotrapianti-hw.com).
Metodo monobulbare
È quello adottato dalla HSD, acronimo di Hair Surgery Division, un centro specializzato che ha sede a Padova e offre soluzioni personalizzate riguardo a problemi di calvizie, anomalie nella distribuzione di capelli e barba e alopecia (Chirurgiatricologica.it).
Il prelievo avviene sempre nella zona della nuca, ma asportando singole unità follicolari contenenti da uno a quattro capelli. A questo scopo si utilizza uno strumento di microchirurgia, in grado di asportare una porzione millimetrica di cuoio capelluto, che segue la naturale inclinazione del bulbo per non danneggiarlo e nella fase di impianto, anche i micro fori atti a ricevere le unità follicolari, saranno inclinati in modo da imitare la naturale inclinazione dei capelli.
I vantaggi di tale tecnica consistono, dunque, nell’ eliminazione di complicanze chirurgiche e nell’assenza o riduzione del dolore post operatorio.