Finanza, quando la Borsa crolla: motivi e conseguenze
L’articolo illustra motivi e conseguenze del crollo della Borsa.
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La Borsa: meccanismi delicati.
Stiamo assistendo alla crisi di Borsa e mercati finanziari per motivi che sfuggono alle normali leggi di compravendita e che stanno mettendo in ginocchio l’economia mondiale. L’andamento delle Borse mondiali è sempre stato influenzato dal prezzo delle materie prime e dalla situazione politica dei vari Paesi per quanto riguarda i titoli di Stato e dalla situazione patrimoniale delle aziende quotate per quanto riguarda i titoli azionari. La situazione politica e il debito pubblico abnorme di stati come Grecia, Italia, Spagna, Portogallo e Stati Uniti è quindi sicuramente uno dei motivi della recessione finanziaria che stiamo vivendo. Questi paesi vengono percepiti come non stabili dagli operatori dei mercati monetari e i dati negativi su indebitamento, occupazione e crisi di governo non possono che influenzare negativamente le Borse valori. L’elemento disturbatore che aggrava la situazione e causa disastri finanziari è quello della speculazione.
Importanza delle agenzie di rating e conseguenze dei loro giudizi.
La speculazione non è un fenomeno nuovo, ma l’accresciuta importanza di società private che valutano la solidità di imprese e Stati in modo non sempre imparziale e disinteressato ha fomentato un’ondata speculativa mai conosciuta prima.
Sono le agenzie di rating. Le Big Three che influenzano sempre più l’economia mondiale sono: Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings. Sono due americane e una francese.
Il declassamento del debito statunitense da AAA a AA+ da parte di Standard & Poor’s ha avuto conseguenze devastanti sui mercati mondiali.
La minaccia di Moody’s di tagliare il rating dei titoli di stato italiani ha agitato indici di borsa e mercati.
Risulta sicuramente anomalo che le sorti di intere economie nazionali siano influenzate da società private.
Una loro decisione negativa può far alzare il costo dell’indebitamento di miliardi di euro e scatenare speculazioni in borsa da parte di fondi, assicurazioni e banche.
L’anomalia fa storcere il naso quando si apprende che le quote azionarie di queste società appartengono in maggioranza ai grandi investitori che non esitano ad attaccare Stati ed imprese quando si diffondono le voci di possibili downgrade.
I giudizi non disinteressati possono risultare quindi poco veritieri e spesso fasulli, come nel caso del 2008 della Lehman Brothers che ha mantenuto un rating A fino al giorno del suo fallimento.
La soluzione per l’Europa è quella di creare un’agenzia di rating indipendente o quella di dare meno peso ai giudizi di quelle esistenti, cosa che per altro sta avvenendo con la decisione di ristrutturare la situazione greca nonostante i pareri negativi delle agenzie.
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