Guida alla scelta di un buon lettore di codici a barre
Tutti conoscono i codici a barre, quegli insiemi di righe verticali nere inframezzati da spazi bianchi, di dimensione variabile, che si possono trovare in ogni prodotto in commercio e che servono a rappresentare il “codice produttore” proprio del bene in esame. Per leggerli ed interpretarli, ovviamente in maniera digitale, servono i lettori di codici a barre, dispositivi ormai di utilizzo comune sia nella grande industria che nel piccolo commercio.
Scelta di un lettore a barre: il codice e l'interfaccia
Esistono sul mercato diversi tipi di codici a barre, i quali si distinguono a partire da una caratteristica fondamentale, che è il codice di lettura utilizzato. Ad esempio, in ambito farmacologico, si utilizza il cosiddetto “codice 32”, mentre nella grande distribuzione organizzata (supermercati, grandi magazzini eccetera), va per la maggiore il codice EAN, che ha preso piede anche in ambito industriale nella sua variante “128” (l'acronimo EAN sta per European Article Number). Quando si vuole procedere alla scelta di un lettore di codice a barre, bisogna quindi sapere subito che tipo di codice EAN deve interpretare, che deve obbligatoriamente coincidere con quello riportato sui prodotti che dobbiamo censire o comunque lavorare. Un altro importantissimo aspetto dei lettori di codici a barre è l'interfaccia di cui è dotato, perché non tutti i lettori ottici sul mercato sono uguali: alcuni hanno la possibilità di essere collegati via cavo ad un personal computer o ad un registratore di cassa, altri possono collegarsi agli stessi dispositivi ma con tecnologia senza fili (wireless, in questo caso ci sarà anche un “ricevitore”), mentre altri ancora sono dotati di una memoria interna dove vengono immagazzinati i dati letti dai prodotti, memoria che può poi essere “scaricata” su un PC sempre via cavo. Conoscere il “destinatario” della raccolta dati e le sue capacità di interfaccia, è quindi indispensabile.
La tecnologia dei lettori di codici a barre: laser o CCD con LED
Un parametro invece non fondamentale, ma che identifica in modo chiaro la qualità del prodotto, è la tecnologia di lettura dei barcode utilizzata. Un “lettore a barre” può infatti utilizzare una testina laser (a volte anche più di una), oppure un sensore CCD abbinato ad una barra di LED. Il primo ha il vantaggio di essere molto più preciso nella lettura dei codici e di richiedere meno passaggi sull'etichetta o sull'involucro prima di arrivare ad un dato perfettamente validato. Il secondo tipo di lettore è invece meno preciso e richiede di appoggiare molto bene il lettore sul codice, mentre con la tecnologia laser si può procedere ad una distanza di qualche centimetro. Come vantaggio ha però il fatto di essere decisamente più economico ed utilizzabile in lettori più piccoli, maneggevoli e leggeri. Come detto, i codici a barre si trovano ormai dappertutto ed il loro utilizzo si è esteso da ambiti industriali fino al piccolo commercio. Nonostante questo, c'è una tecnologia che presto li renderà obsoleti, e con essi i necessari lettori: si tratta dell'RFID (Radio Frequency Identification). Con questa tecnologia qualsiasi cosa, da un oggetto in una scatola fino ad una persona (!), può essere identificato a distanza grazie all'ausilio di lettori di radiofrequenza (detti transponder o TAG). Non si tratta di fantascienza ma di una realtà piuttosto diffusa, anche se ci vorranno sicuramente ancora anni prima che in ogni ambito si possa procedere ad una sostituzione di massa dei codici a barre.