Il Giornale, storia del quotidiano fondato da Indro Montanelli
Fondato da Montanelli, Il Giornale è da oltre 35 anni nelle edicole italiane. Dal 1994 è celebre per il suo sostegno alla politica di Silvio Berlusconi, che ne possiede, tramite la sua famiglia, grandi quote.
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La fondazione e i primi anni
Il Giornale, quotidiano di Milano ad alta tiratura, fu fondato nel 1974 da Indro Montanelli, celeberrimo giornalista che abbandonò Il Corriere della Sera in polemica con la linea, a suo dire troppo di sinistra. Con alcuni amici, tra cui Guido Piovene, fondò Il Giornale nuovo, che uscì, con grande attesa da parte del pubblico, per la prima volta il 25 giugno 1974. Si trattava di un quotidiano che risentiva dell'impronta di Montanelli, il quale firmava l'editoriale e alcuni articoli scritti in modo pungente e rispondeva ai lettori nella pagina "Lettere al direttore".
La redazione era formata da giornalisti esperti e stimati nei loro settori e la terza pagina era curata e di grande interesse. Politicamente celebre per opporsi al compromesso storico, il Giornale nuovo aveva una platea sempre crescente di lettori, specie tra la borghesia milanese: Montanelli era ostile al PCI e, sulle sue colonne, invitava a "votare la DC turandosi il naso". Ciò gli attirò l'avversità delle Brigate Rosse, che lo ferirono nel 1977.
Dall'arrivo di Berlusconi all'addio di Montanelli
Nel 1979 entrò in società Silvio Berlusconi, mentre l'ascesa al potere dei socialisti portò Montanelli a non prendere compiutamente posizione, perdendo quote di lettori e parte della redazione. Nel 1984 la testata fu ribattezzata il Giornale; poco dopo le quote di Berlusconi passarono al fratello Paolo, mentre Montanelli teneva sempre più il ruolo di arbitro super partes, specie nel periodo di Tangentopoli. Quando nel 1993 Berlusconi scese in politica, però, chiese alla redazione di supportare la sua campagna elettorale. Montanelli non accettò e si dimise.
Un giornale di partito?
Pur senza esserlo ufficialmente, nei fatti Il Giornale diventò organo del partito di Berlusconi: alla guida andò Vittorio Feltri, al quale negli anni successero Mario Cervi, Maurizio Belpietro, Mario Giordano e Alessandro Sallusti (dopo un breve ritorno di Feltri).
Dal 1994 Il Giornale si caratterizza per il sostegno alla politica di Berlusconi e per inchieste e violenti attacchi nei confronti dei suoi avversari: dall'affare Telekom Serbia all'intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte, fino al Caso Boffo e alla campagna contro Gianfranco Fini. Non mancano querele, anche da esponenti della società civile, come quella di Francesco De Gregori al giornalista Paolo Giordano, condanne per diffamazione (come accaduto a Feltri) e altri casi spinosi. Malgrado qualche punzecchiatura sulla politica del premier, specie sotto la direzione di Feltri, il Giornale è comunque il principale punto di riferimento degli elettori di centrodestra.