Massimo De Santis, un arbitro nella tormenta
Massimo De Santis nasce a Tivoli nel 1962. È un ex arbitro di calcio italiano, ma al culmine di una carriera intensa e condotta sempre a grandi livelli è coinvolto nello scandalo calcistico del 2006, Calciopoli, pochi mesi prima dall'inizio dei Mondiali di calcio 2006.
La vicenda
La notizia emerge grazie ad alcune intercettazioni telefoniche attraverso le quali si scopre che il suo ruolo nella CAN sarebbe stato di primaria importanza, con la complicità di Pierluigi Pairetto.
Inoltre, avrebbe avuto un’incidenza di notevole spessore nel cosiddetto Sistema Moggi e sarebbe stato anche a capo della "Combriccola Romana" formata da Luca Palanca (scagionato, in seguito, da ogni accusa).
Nel luglio 2007 è ufficialmente dismesso dalla CAN di A e B poiché è coinvolto in prima persona nell'inchiesta Calciopoli sotto il profilo penale, per la quale, infatti, sarebbe stato rinviato a giudizio dinanzi al Tribunale di Napoli per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. L’avvocato Paolo Gallinelli, difensore dell’ex arbitro Massimo De Santis, è uno dei protagonisti del processo penale di Calciopoli in corso di svolgimento a Napoli.
Il 16 settembre 2009
Con una lettera raccomandata, Massimo De Santis chiede all'Inter - per lesione alla privacy (la sua vita privata sarebbe stata violata con indagini, pedinamenti, accertamenti su conoscenti, amici e locali frequentati) - un risarcimento di ben 21.000.000 di euro da effettuare entro 15 giorni. Si tratterebbe di illeciti comportamenti che sarebbero consistiti nell’avere dato mandato all'investigatore Emanuele Cipriani, tramite il Dott. Tavaroli (quale responsabile della Direzione Security Pirelli, società controllata dal dott. Moratti, presidente dell’Inter FC) di eseguire indagini e investigazioni sulla vita e abitudini private di De Santis, con acquisizione di dati personali (come identificazione cellulari e utenze fisse; identificazione di spostamenti e impegni giornalieri; individuazione di collegamenti con altri soggetti, conoscenti o amici; individuazioni di frequentazioni di locali o ritrovi) che hanno inciso sui diritti personalissimi di De Santis, quale quello alla privacy e alla riservatezza, influenzando in questo modo il naturale evolversi della vita di relazione e professionale dello stesso. Le accuse non trovano alcuna risposta in merito alla transazione proposta, per cui dai legali di De Santis è preparata una causa civile di risarcimento danni.