Rutger Hauer: biografia e filmografia dell'attore olandese
"Ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginare". La frase è famosa, ma pochi ricordano che a pronunciarla (in "Blade Runner") era il biondo attore olandese Rutger Hauer
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Rutger Hauer: un "alieno" a Hollywood
Passerà alla storia come il replicante di "Blade Runner", ma il ghignante Rutger Hauer ha interpretato anche altri ruoli memorabili. Nato in Olanda nel 1944, Hauer fu scoperto nel 1969 dal regista Paul Verhoeven che lo volle come protagonista di "Floris", una serie televisiva avventurosa di ambientazione medievale. Con quel ruolo Hauer divenne popolarissimo in patria, e poco più tardi per lui si sarebbero aperte le porte di Hollywood.
Le tappe della carriera di Rutger Hauer
Nella sua lunga carriera, in cui ha interpretato più di cento film, possiamo individuare tre fasi:
I film con Paul Verhoeven
Dopo l'esordio televisivo, il regista Verhoeven scelse ancora Hauer come protagonista di diversi film che ottennero successo anche fuori dall'Olanda: "Fiore di carne" (1973), "Kittie Tippel" (1975) e soprattutto "Soldato d'Orange" (1977), una storia sulla resistenza olandese durante l'occupazione nazista. Quest'ultimo film lanciò definitivamente la carriera internazionale sia di Verhoeven (che a Hollywwod avrebbe diretto tra gli altri "Robocop" e "Basic Instinct") sia di Rutger Hauer. I due poi tornarono a collaborare anche in "Spruzzi - Spetters" (1980) e in "L'amore e il sangue" (1983).
Il successo a Hollywood
Nel 1981 Hauer interpretò il killer psicopatico in "I falchi della notte" con Sylvester Stallone. Sarebbe stato il primo di tanti ruoli da "cattivo". Poi ci fu il suo film più famoso in assoluto: il fantascientifico "Blade Runner" di Ridley Scott (1982), in cui era il replicante esaltato cui dà la caccia Harrison Ford. Seguirono altri film importanti: il thriller "Osterman Weekend" (1983); il fantasy "Ladyhawke" (1985), che è il primo film americano in cui Hauer interpreta un eroe; "The Hitcher" (1986), in cui veste di nuovo i panni dello psicopatico. Il suo periodo migliore culminò con "La leggenda del santo bevitore" (1988), dell'italiano Ermanno Olmi, un film drammatico e denso di spiritualità ispirato al romanzo di Joseph Roth.
I film di serie B
A partire dalla fine degli anni Ottanta, la stella di Hauer iniziò a declinare e sempre più spesso fu coinvolto in film d'azione a basso budget, con parti sempre più inverosimili. Per esempio:
- in "Furia cieca" (1989) era un combattente ninja non vedente;
- in "Giochi di morte" (1989) un guerriero post-apocalittico;
- in "Buffy l'ammazza vampiri" (1992) era il re dei vampiri;
- in "Omega Doom" (1996) un robot doppiogiochista;
- in "Hobo with a Shotgun" (2010) un barbone implacabile vendicatore.
Hauer è tornato a lavorare anche in film importanti, pur se con piccole parti da caratterista di lusso, come in "Batman Begins" (2005).