Storia del Corriere della Sera, il quotidiano di Milano
Il Corriere della sera, il quotidiano più celebre di Milano, esce per la prima volta nel 1876, in una domenica di quaresima, per sfruttare il fatto che tutti gli altri quotidiani dell'epoca non uscivano di domenica. Per non farsi dei nemici però, Eugenio Torelli Violer e Riccardo Pavesi, rispettivamente il direttore e l'editore del giornale ( Violer al tempo era il direttore anche de La Lombardia), devolsero tutto il ricavato della prima pubblicazione in beneficenza. Come sede del giornale si scelse la prestigiosa Galleria Vittorio Emanuele, anche se le stampe ( 15.000 solo per la prima uscita), venivano eseguite in un luogo separato. Solo il direttore e tre operai suoi amici lavoravano all'epoca al giornale.
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dal 1876 al 1900- Era Albertini
Il corriere aveva questo assetto: nella prima pagina le notizie di cronaca più rilevante e i commenti ad esse annessi, nel secondo foglio le notizie della cronaca politica italiana e straniera, nel terzo quella milanese e locale, la quarta pagina era per la pubblicità.
Nel 1896 Violer nominò un segretario di giornale , Luigi Albertini, destinato a essere il suo successore dal 1900 al 1925.
Sotto la guida di Albertini il corriere crebbe prima da 4 pagine a 6, in seguito ad 8.
Nacquero dei prodotti " figli" del Corriere della Sera, come il Corriere dello sport, Corriere news Italia e il Corriere dei piccoli.
Albertini s'impegnò anche in politica, battendosi fortemente contro le idee di Giolitti e facendosi portavoce, attraverso il giornale, di una politica interventista per tutta la prima guerra mondiale.
Il ventennio fascista
Nel 1925, dopo forti pressioni, Albertini lasciò il giornale: Da quel momento si susseguirono una serie di figure giornalistiche come Ojetti, più letterato che giornalista, o Croci, un corrispondente da Parigi.
La fascistizzazione del giornale avvenne nell'era di Maffio Maffii, personaggio troppo debole per mantenere il controllo del giornale in modo neutro e apolitico.
Nel 1928 venne assunto a 22 anni Dino Buzzati, e nel '29 grazie alle brillanti recensioni di Sacchi si aggiunse alla cronaca di Milano anche il cinema.
Tutto era comunque controllato dall'agenzia fascista e passava per il suo filtro.
dopo il fascismo
Il Comitato di Liberazione Nazionale sospese subito, questo giornale, dopo la caduta del fascismo fino al 1945, anno in cui tornò in pubblicazione col nome Corriere d'Informazione, portato avanti dagli anni '50 a metà anni '60 dal direttore Missiroli, in seguito cacciato dalla redazione perchè troppo vecchio e perché giornali più moderni come "Il Giorno" e "Oggi quotidiano" stavano prendendo piede.
fino ai giorni nostri
Il Corriere della sera ha sconfitto la concorrenza con moltissimi altri quotidiani, impegnandosi in politica attivamente e scandendo le ere della politica italiana.