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The American (2010): scheda e recensione del film

Trama e recensione del film di George Clooney girato in Italia

Trama

Ultimo incarico in Italia per il killer professionista Jack (George Clooney), che si nasconde in attesa di agire in uno sperduto paesino tra gli Appenini abruzzesi in provincia de L'Aquila, dopo una fallimentare esperienza tra le foreste svedesi. Il suo compito è costruire, come un abile artigiano, un'arma letale che qualcuno userà per uccidere, su indicazioni della misteriosa Ingrid (Thekla Reuten), ma lontano dagli orrori della morte dimentica per un attimo il suo ruolo e intesse relazioni con un parroco, padre Benedetto e con la bella Clara (Violante Placido), fingendosi un fotografo in vacanza. Il film è basato su un romanzo degli anni '90, "A very private gentleman" di Martin Booth, narrando le giornate sempre uguali di Jack, che vivendo con i rimorsi per aver ucciso la sua amica durante l'ultima missione, vive ritirato e quasi schivo eppure attratto dalla banalità della vita quotidiana anonima e dai sentimenti suscitati dalla prostituta con cui lega.

Recensione

Girato in Abruzzo da Anton Corbijn, su volere dello stesso protagonista, George Clooney, "The American" appare a prima vista un thriller, quando in realtà è un film drammatico on the road, con risvolti psicologici. Lento e a tratti noioso, regala una bella fotografia immortalando panorami brulli e aspri ma intensi e scorci romantici di paesini italiani. Le scene d'azione sono poche e non bastano a risollevare il ritmo.
Violante Placido, interpreta credibilmente una prostitua che, con il suo calore a la sua spontaneità, attraggono Jack, il freddo killer, allontanando da lui i ricordi della sua vera vita, fatta solo di morte e clandestinità. Jack infatti sta cercando tra quelle pietre, la pace che manca nella sua esistenza, quella solitudine che le lande desolate e i vicoli deserti rendono molto bene. E trova l'amore, con una donna pronta ad innamorarsi di lui e a cambiare vita.
La colonna sonora, di cui fanno parte canzoni intaliane e brani lenti, sottolinea la narrazione pacata e quasi raccontata sottovoce, di una redenzione impossibile di un uomo che nella sua manualità trasmette una spiritualità che non sa di avere ma che pervade i suoi gesti meticolosi e nefandi.
Sarebbe stata auspicabile una vitalità e una vividezza che avrebbero reso più passionale la storia, anche nelle scene amorose.

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