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Billy Elliot DVD: recensione e trama

“…Dentro ognuno di noi c’è un talento che aspetta di venire fuori. Il segreto è trovarlo…” (Billy)

Una trama neorealista

"Billy Elliott" è un film che sembra vivere certi ambienti ripresi dalla letteratura di inizio 900 ove la lotta dei minatori era divenuta simbolo non solo delle battaglie sociali in Inghilterra ma delle denunce degli intellettuali di mezza Europa.
Qui, però, siamo alla fine degli anni ’80 anche se nulla, o quasi, sembra essere cambiato.
Billy, il protagonista, che già si presenta con tutte le sfortune e le miserie possibili intorno a lui, quali la mancanza della madre e padre e fratello già in miniera, rivela invece una predilezione per qualcosa di estremamente lontano dalla quotidianità dei suoi simili: la danza.
E ciò che poteva sembrare una stupidaggine giovanile si rivela invece una passione talmente grande che porterà prima il padre e poi il fratello ad accettarne l’esistenza anche se non apertamente in funzione della felicità del piccolo, quanto per un più alto e totale riscatto della famiglia tutta.
Seguirà impatto con la “lontana” capitale, mentre, in un crescendo rossiniano, la passione e il talento di Billy coinvolgeranno, oltre la famiglia, il villaggio, che vedrà nel ragazzo un portabandiera e un angelo sul quale riversare tutto il desiderio di scrollarsi di dosso quella polvere di carbone che oramai ha annerito non solo la pelle ma anche le più intime speranze. Infine il successo, per tutti, Billly, la famiglia, la comunità, dimenticando (forse a esclusione del regista) la velata e a volte imposta tematica omosessuale che aveva serpeggiato latente per tutta la pellicola.

La forza del sogno

Quella di Billy è una storia intensa e fortemente reale perché il suo successo non arriva casuale e improvviso, ma nasce da un talento, cresce tra la derisione e il rifiuto, si alimenta di duri esercizi e di determinazione e alla fine, perché no, si concretizza.
Eccellente Jamie Bell nel ruolo di Billy che interpreta una parte difficile e complessa, con una intensità espressiva non comune. È una storia credibile e vera che mostra con onestà come certe attitudini mentali, ruoli definiti e anche destini ineluttabili, coesistano, specie là, dove difficoltà e miseria riescono a obnubilare la capacità di sperare. Diviene dunque un simbolo che il regista però vuole forse eccessivamente strutturare caricandolo anche del fardello di una irrisolta omosessualità, specie nella scena finale dove il volo del cigno eseguito da Billy è notoriamente quello di una ballerina, così come già precedentemente nella scuola, dove è l’unico maschietto, riuscendo così addirittura a ottenere un risultato del tutto controverso arrivando, involontariamente, a dichiarare come ogni ballerino e quindi la categoria, di fatto, sussista, per una omosessuale tendenza, quasi indivisibile dal talento.

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