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Come si scrive un romanzo: metodi e tecniche di scrittura creativa

“In letteratura non descrivere la noia e la stanchezza come sono, perché, fondamentalmente, la noia annoia e la stanchezza stanca" (Scott Fitzgerald)

Definizione di “romanzo”

Innanzitutto occorre chiarire con un esempio esclusivamente quantitativo cosa si intende per romanzo. Per romanzo si intende una narrazione che consti almeno di 200 pagine di libro. L’esempio può sembrare un poco superficiale ma, in realtà, non esiste una vera e propria serie di norme che ce lo possano distinguere da un racconto, ad esclusione della lunghezza dello stesso a meno che non ci si avvalga della provocatoria definizione di Vincenzo Cerami: “…il racconto si basa su un'unica idea forte, mentre il romanzo su tante idee deboli…”, per la quale il numero delle pagine non ha più nessun interesse ma è unicamente la struttura dello “scritto” che sancisce la categoria. O la concisa asserzione di Scott Fitzgerald, secondo cui per un racconto bastavano tre-quattro giorni.

Scaletta e .. partenza

Una volta individuata l’idea che ci sembra adatta per scrivere un romanzo, occorre, prima di dare sfogo all’ispirazione, crearsi una "scaletta", ovvero quella serie di punti attraverso i quali la vicenda si svilupperà. Sappiamo che nel novecento, molti studiosi di tecnica letteraria, tra i quali Propp che individuò le regole che accomunano la struttura delle fiabe, o Fitzgerald stesso che nella sua meticolosità ci ha insegnato che “le riletture” non bastano mai, ci hanno dato preziose indicazioni. Ciò che sembra una costrizione tale da inibire la nostra creatività, invece è la strada per “…descrivere delle cose, degli oggetti comuni, usando un linguaggio comune, ma preciso, - una sedia, una forchetta - e dotare questi oggetti di un potere immenso, addirittura sbalorditivo…”, come invece affermò Carver.
Stabilito dunque che abbiamo una idea da sviluppare, per sapere come si scrive un libro, come prima cosa dobbiamo pensare a chi rivolgersi,cioè se ad adulti o ragazzi. E, successivamente, a quale più specifica categoria, ovvero se ad un pubblico generico o a specialisti di un qualche genere.
Compreso questo, iniziamo ad analizzare la nostra idea motrice, verificando, a grandi linee, come svilupparla. Ecco dunque che il nostro lavoro potrebbe divenire un romanzo psicologico, oppure storico, oppure un trhiller, oppure un romanzo politico, o autobiografico, se non invece di pura ed assoluta fantasia o fantascienza.
Individuato dunque il campo ove si intende operare, occorre iniziare ad indagare sul fatto che vi sia uno o più protagonisti, se la storia portante sia unica o se, rispetto al tema scelto, non convivano in contemporanea tre o più storie insieme, ciascuna delle quali sia come un posto d’osservazione diverso della stessa vicenda centrale. Molti romanzi di successo utilizzano la tecnica del “puzzle”, ovvero l’espediente letterario dell’intreccio tra storie che perseguono lo stesso obiettivo, apparentemente senza nesso, ma che si rivelano poi determinanti per la completezza della narrazione.
Infine si rende necessaria la definizione, seppur generica inizialmente, dei luoghi, intesi come spazio e tempo. E qui occorre fare molta attenzione. Se ad esempio il carattere di un personaggio o la descrizione di una sensazione possono rimanere nel testo non ben definiti in quanto cose immateriali e percepibili con infinite sfumature diverse, per quanto riguarda luoghi e tempi occorre documentarsi. Molti sono gli esempi di romanzi la cui ambientazione, trattata con superficialità ed inquadrata con inesattezze, hanno perso molto del loro valore. Se poi, inoltre, il romanzo fosse di carattere storico o scientifico, l’esattezza nel riportare nomi, informazioni tecniche, date e avvenimenti, diventa fondamentale. Detto questo, l’ultimo scoglio da superare è quello della “sindrome della pagina vuota”. Concentratevi all’inizio non su tutta la vicenda, ma su un particolare, da quello cominciate e vedrete come da lì la vicenda si snoderà senza grandi intoppi. Terminato il libro, non fidatevi delle vostre, per quanto accurate riletture, chiedete il conforto di qualcuno, fate leggere il vostro elaborato almeno a tre o quattro persone. Con facilità vi forniranno spunti interessanti per migliorare il vostro “canovaccio”.

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