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Corriere della Sera, recensione e storia del quotidiano

Parlare del Corriere della Sera è come rivisitare uno spaccato della società italiana sin dai tempi della Indipendenza.

La storia

Esordì, nel 1876, esattamente il 5 marzo, per volere di Eugenio Torelli Viollier. La scelta stessa della sede, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, voleva dare subito un’impronta elitaria. La fine dell’800 e gli inizi del ‘900 videro crescere la città vertiginosamente ed il Corriere, sia per le scelte editoriali, sia per le notizie dal mondo che offriva, divenne ben presto il primo quotidiano di Milano, accattivandosi i favori della nuova borghesia. L’avvento del nuovo secolo vide l’ascesa di Luigi Albertini quale nuovo direttore responsabile, che in pochi anni fu capace di portare il giornale oltre le 150.000 copie. La sede fu spostata in Via Solferino dove é ancora oggi. Nel 1920, con 600.000 copie, iniziarono gli anni d’oro durante i quali ospitò gli articoli delle penne più importanti d’Italia. Il successivo periodo fascista vide il giornale – obtorto collo – orientarsi verso contenuti più letterari che non politici, mantenendo, con questo escamotage, un'altissima qualità grazie alle pubblicazioni firmate, tra gli altri, da Croce, D’Annunzio, Pirandello, Momigliano. Il dopoguerra coincide con il ritorno alla linea politica di Albertini, che ancora una volta seppe attirare le firme più importanti quali Buzzati, Montale, Montanelli, Vergani, Flaiano.
L’avvento della tecnologia informatica ed il cambio di proprietà che passò in quegli anni alla Rizzoli, oltre allo scandalo, nel 1981, nato dall'ingerenza della P2 di Gelli nella gestione, portarono alla perdita di prestigio, nonostante l’avvicendarsi di direttori quali Di Bella, Mieli, De Bortoli. Da allora, pur avendo recuperato molti lettori, vive un perenne tête a tête con il quotidiano La Repubblica, disputandosi il primato più con strategie di marketing che non per qualità editoriale.

Il quotidiano oggi

La qualità che aveva contraddistinto il Corriere decenni fa non è venuta meno. É venuto meno il suo primato come tiratura, ma non per sua manchevolezza, quanto perché il mondo dell’informazione e della cultura è cambiato, l’offerta è più variegata e sono cresciuti i nemici ormai storici: televisione ed internet. Questi due avversari, capaci di trasmettere in tempo reale notizie dal mondo, hanno indotto a scelte editoriali diverse. Il quotidiano, che nei momenti critici aveva puntato sulla cultura, anche oggi persegue questa strada, unitamente a quella, obbligata, del marketing. La pubblicità è ormai divenuta fondamentale nel bilancio di qualsiasi quotidiano ed alle inserzioni, si aggiungono le offerte di libri e magazine. Sono nate redazioni in altre città che realizzano edizioni locali, quali Roma e Firenze; l’offerta giornalistica è sempre di alto livello, ma lontani sono i tempi in cui un redazionale del Corriere era capace di cambiare gli umori popolari o di suscitare turbamenti politici.

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