I Love Shopping: recensione del film di P.J. Hogan
“787 dollari di biancheria intima? ….. L’intimo è un diritto umano inalienabile!....”
Genesi e trama
Liberamente tratto dai due bestsellers di Madeleine Wickam, al secolo Sofia Kinsella “I love shopping “ e “I love shopping a New York”, il film narra le vicende di Rebecca Bloomwood (Becky), interpretata da Isla Fisher, figura che la moderna sociologia definisce “compratrice compulsiva”. Tutto il film si svolge tra una pazza corsa all’acquisto e una altrettanto pazza corsa a risanare i debiti conseguenti. A questa dinamica si aggiungono gli immancabili ingredienti della storia d’amore e della persecuzione dell'impiegato del recupero crediti. Una concitata soluzione molto americana rimetterà tutto a posto.
Il film
Generato da due romanzi appartenenti a quel filone letterario per ragazze adolescenti che niente altro insegue se non il sogno, in questo senso il film è molto coerente. È un film onesto: non pretende altro che divertire, riuscendovi a tratti, complice anche la bravura della Fisher che riesce ad affrontare situazioni anche grottesche con una naturalezza da attrice matura. Il mondo dell’incontrollabile attrazione esercitata dalla moda e dallo shopping erano stati già affrontati in precedenti film e serie, quali “Il diavolo veste Prada” e “Sex and the city”, ma, al contrario dei suoi predecessori, non si pone il problema di arrivare a un finale che insegni o induca a una qualche personale e collettiva riflessione e scorre, beatamente innocente, in attesa che gli eventi accadano, ponendosi come unico scopo quello di “far quadrare i conti”. Non vi sono intenti di redenzione. Non vi è abiura. Lo shopping è pericoloso non in sé, quanto per le perniciose conseguenze cui può portare ma per le quali vi sono altre soluzioni. La compulsione è umana, giusta e corretta, anche se da questa fatale attrazione sarà necessario sottrarsi perché le conseguenze, quelle sì, sanno dimostrarsi disumane e senza cuore. Con questo spirito leggero che niente e nessuno offende perché riesce a rimanere in bilico tra il sogno del mondo adolescenziale ed i canoni della commedia romantica, il film resta godibile e sincero. Il finale aprirà comunque uno spiraglio al mondo dei “grandi e maturi”, ma sarà uno sguardo non di rottura, mitigato dall’amore che farà transitare la protagonista verso la strada per la maturità senza dolorose rinunce o, comunque con rinunce ben ripagate da nuovi sentimenti che probabilmente sostituiscono una compulsione con un’altra. Memore in questo senso una delle frasi inziali del film: “ ... avete presente quando incrociate due begli occhi che vi sorridono ed il cuore vi si scioglie come una noce di burro sul pane tostato caldo? … io mi sento così quando vedo un negozio…”, che il finale cambia solo sostituendo la prima con l’ultima parte della battuta.