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Il codice da Vinci, recensione del libro

“Il codice da Vinci”, il cui titolo originale è "The Da Vinci code", è un romanzo dello scrittore americano Dan Brown pubblicato nel 2003 e arrivato in Italia nel 2004.

La trama

La storia inizia con la curiosa morte del curatore del Louvre, Jacques Saunière, il quale viene trovato assassinato nel museo, ma la cosa più strana è la posizione in cui si trova il corpo: svestito e sdraiato a terra nella posizione del famoso uomo di Vitruvio di Leonardo da Vinci. Inoltre, accanto al cadavere, ci sono dei numeri e un nome: Robert Langdon. Quest’ultimo è un professore di simbologia religiosa presso l’università di Harvard e l’ispettore Bezu Fache, che cura le indagini sulla morte del curatore, lo chiama chiedendogli di aiutarlo nel caso, grazie alle sue competenze in materia, nascondendogli che in realtà sospetta di lui. Al professore si aggiunge poi Sophie Neveu, nipote del curatore Saunière, decisa a far luce sulla sua morte e convinta che Robert Langdon sia l’unico in grado di condurla alla verità. Neveu e Langdon iniziano così la loro personale ricerca che li condurrà prima in fuga dalla polizia e poi dagli assassini di Saunière. La chiave del mistero e dell’omicidio è nel passato e nella famosa setta del “Priorato di Sion”, che protegge gelosamente un segreto che potrebbe sconvolgere la Chiesa e la sua integrità e di cui Saunière probabilmente faceva parte. Tale segreto riguarda il famoso Santo Graal, il calice dell’Ultima Cena di Gesù, e alcune sconcertanti rivelazioni sulla vita di Gesù Cristo stesso e ha il suo filo conduttore nell’allusivismo dell’iconologia religiosa e del linguaggio pittorico di Leonardo da Vinci, autore, tra l’altro, del famoso quadro sull’Ultima Cena.

Le critiche

Il romanzo, così come il film che da esso è stato tratto, ha suscitato numerosissime critiche, soprattutto da parte della Chiesa. Per quanto le rivelazioni sulla vita privata di Gesù Cristo in esso contenute siano frutto della fantasia di Dan Brown, ma che trovano anche riscontro in leggende esoteriche, la Chiesa Cristiana ha accusato il libro di confondere gli animi dei credenti e di infangare la dignità della Chiesa stessa come istituzione. Allo stesso modo, numerose critiche sono state sollevate in merito al famoso Santo Graal, di cui non è certa l’esistenza, ma nel corso dei secoli numerose sono state le sette che vantavano di possederlo o di esserne alla ricerca. Infine, ci sono state critiche anche da parte degli storici che facevano notare le imprecisioni storiche e artistiche contenute nella narrazione. Al di là di tutto questo, Il “Codice da Vinci” deve essere considerato per quello che è: una storia in cui si intrecciano realtà e finzione senza pretendere di leggerci verità storiche o religiose.

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"È il giardino il posto in cui vado a cercare rifugio e riparo, non la casa; là fuori i doni del cielo mi si affollano intorno a ogni passo; è là che mi rammarico della cattiveria che c'è in me, di quei pensieri egoisti che sono molto peggiori di quanto sembri; è là che tutti i miei peccati e le mie stupidaggini sono perdonate, là che mi sento protetta e a mio agio, e ogni fiore, ogni erba è un amico e ogni albero è un amante".