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John Paul Getty, imprenditore d'altri tempi

“Se puoi contare i tuoi soldi, non hai un miliardo di dollari”, l’inequivocabile “spicciola” filosofia di Paul Getty

Gli “altri tempi”

J. Paul Getty, figlio di George Franklin Getty. Sembra che, grazie a 500 dollari messi a disposizione dal padre, avesse acquistato il diritto di sfruttamento di un vasto terreno in Oklaoma e dai proventi che ne derivarono per il petrolio trovato, ebbe origine la sua immensa fortuna. Siamo ancora agli albori dell’era petrolifera, iniziata da non più di cinquanta anni come ebbero a testimoniarci i primi magnati, quali Edward L. Doheny, recentemente tornato alla ribalta quale ispiratore del romanzo “Oil!” di Upton Sinclair, rivisitato poi dal cinema con “Il petroliere”. Nel 1915 non sono più tempi romanzati da epopea western ma senza dubbio, di grande espansione del mercato petrolifero, complice un certo Henry Ford che con le sue automobili aveva dato notevolissimo impulso al consumo dell'oro nero. Eravamo tuttavia non lontani da quel periodo di lenta ma inesorabile discesa che porterà alla recessione. E qui Getty mostra il suo fiuto di uomo d’affari, consolidando la propria fortuna, cercando di comprare quando gli altri vendevano e quindi capitalizzando al massimo la propria fortuna. Dalla metà degli anni trenta, la ripresa economica lo troverà pronto tanto che, alla fine della seconda guerra mondiale, risulterà proprietario di pozzi in Texas, Canada e Arabia Saudita dove aveva acquistato per “pochi spiccioli” una fascia di terreno al confine con il Kuwait che poi si rivelerà una delle più ricche del paese. Siamo nel 1956 e nasce la Getty Oil company che in breve, con il controllo di navi cisterna, raffinerie e reti di distribuzione, sarà in grado di presentarsi sul mercato forte del controllo dell’intero ciclo produttivo, dall’estrazione del petrolio alla vendita di benzina nei distributori. Un impero le cui attività erano sparse per il globo e del quale, ancora oggi, rimane segno tangibile nel mercato internazionale.

Il personaggio

Laureato in economia e scienze politiche, nonostante le sue immense fortune, era uomo di carattere attento e meticoloso, conscio che un siffatto impero non lo si sarebbe potuto comandare né con magnanimità, né con leggerezza, né con generosità. Famosa la sua avarizia, costellata degli aneddoti più disparati, come quello dei telefoni a gettoni messi a disposizione degli ospiti nelle sue residenze. Misantropo anche con la famiglia – celebre fu il suo iniziale rifiuto a pagare il riscatto per il nipote sequestrato in Italia – era in ogni caso dotato di forti principi per i quali anche il successo era il risultato di impegno e sacrificio. Fortissimo il suo interesse per l’arte dal quale scaturirà una collezione imponente, oggi ospitata in due grandi musei, tra cui il Museo Getty, a lui dedicato.

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