Kawasaki ZXR 400: recensione
La prova su strada della Kawasaki ZXR 400 mette in luce le qualità notevoli di questa super sportiva, che ha attirato l'attenzione di tanti appassionati negli anni Novanta. Vediamo, dunque, le specifiche tecniche della moto in questione in grado di sfondare il muro dei 200 chilometri orari.
Caratteristiche
Andiamo alla scoperta delle caratteristiche più rilevanti a proposito della Kawasaki ZXR 400. Abbiamo a che fare con una super sportiva prodotta tra il 1990 e il 2000, con motore a quattro tempi e a quattro cilindri. Dotata di un serbatoio da 16 litri, in grado di garantire, una più che discreta autonomia, questa Kawasaki si caratterizza per una velocità di punta di 215 chilometri all’ora. Pesa 159 chili, è lunga 1 metro e 99 ed è larga 70 centimetri, per un’altezza di 1 metro e 8 centimetri. Sotto il profilo delle prestazioni su strada, essa è in grado di erogare una potenza massima di 41 kw, equivalenti a 65 cavalli, a 13mila giri, mentre il picco di coppia arriva a 12mila giri a 37 Newton metro. I freni sono a doppio disco davanti, e a disco singolo dietro, mentre il cambio è a sei marce.
Aspetti positivi
- Le prestazioni su strada, ma anche su pista, sono senza dubbio eccellenti, sia dal punto di vista del numero di cavalli erogati sull'asfalto, sia sotto il profilo della dolcezza dell'erogazione stessa.
- L'impianto frenante svolge il proprio compito nel migliore dei modi, e garantisce spazi di arresto contenuti anche in condizioni di asfalto precarie o in situazioni di emergenza.
- Il peso abbastanza consistente non si fa sentire nella marcia. La moto si comporta molto bene, rivelandosi agile e facile da manovrare. I cambi di direzione vengono effettuati con la massima disinvoltura, anche perché uno dei punti di forza di questa Kawasaki è la tenuta di strada, anche con il fondo bagnato.
Aspetti negativi
- Per quel che riguarda gli aspetti meno positivi della moto ZXR 400, vale la pena di evidenziare che la posizione in sella può risultare scomoda, specialmente in occasione di viaggi lunghi. La schiena, infatti, risulta particolarmente sollecitata, e le vibrazioni trasmesse dall'asfalto si fanno sentire piuttosto evidentemente.