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La città incantata: recensione del film d'animazione di Hayao Miyazaki

Il film d’animazione “La Città incantata” ha ottenuto numerosi premi, come l'“Orso d’Oro di Berlino” del 2002, l'“Oscar” come miglior film d’animazione nel 2003 e quattro “Annie Awards”.

Anno di uscita, regia, produzione e distribuzione.

“La città incantata” è un film d’animazione giapponese, uscito nel 2001 in nel paese nipponico e nel 2003 in Italia.
La regia è di [[Studio Ghibli|http://it.wikipedia.org/wiki/Studio_Ghibli]] e la distribuzione della Buena Vista. Il titolo originale è “Sen to Chihiro no kamikakushi” e non è traducibile fedelmente in italiano.
Il lungometraggio è ispirato ad un libro della scrittrice Kashiwaba Sachiko, ovvero: “il meraviglioso paese oltre la nebbia”.

Trama

È la storia di una bambina di dieci anni, Chihiro, che con i suoi genitori trasloca in una nuova casa. Durante il tragitto il padre sbaglia strada, trovandosi davanti ad un vecchio castello abbandonato.
Pensando che si tratti di un parco giochi, i genitori di Chihiro decidono di addentrarsi e la bambina, seppur molto spaventata, li segue.
All’interno è presente una città senza alcuna persona che vi abiti; vi sono, però, dei ristoranti ed i genitori della bambina decidono di pranzare. Si scoprirà, in seguito che quel luogo è il complesso termale degli spiriti della natura ed i genitori di Chihiro verranno puniti dalla maga Yubaba per aver consumato i cibi sacri.
Gli spiriti cominciano a popolare la città, mentre Chihiro si accorge di diventare invisibile. Verrà salvata da Haku e tra i due piccoli protagonisti nascerà una profonda amicizia. Haku è un aiutante della maga ed il loro legame deve rimanere segreto. Per sopravvivere, la bambina deve trovare un lavoro nel complesso e rinunciare al suo vero nome.
Per salvare i genitori, invece, Chihiro deve affrontare diverse peripezie e crescere.
La bambina riesce a riscattare Haku dalla maga, rivelando che il suo nome è Kohaku.
Usciti dal mondo degli spiriti, i genitori non hanno memoria di ciò che è accaduto, mentre Chihiro ricorda tutto, lasciando quel mondo con la promessa di rivedere Haku.

Significato della favola, scenografia e disegni.

Chihiro entra in un mondo parallelo, fatto di mostri e creature malvage che la costringeranno però a crescere e a credere in sé stessa. La narrazione è tipica dei cartoni giapponesi, ma vi possiamo ritrovare dei riferimenti alle favole occidentali.
Ricorda, per esempio, “il mago di Oz” o “Alice nel Paese delle Meraviglie”.
Il viaggio della bambina nelle terme è principalmente un viaggio interiore e psicologico, dove si cercano delle risposte, tipiche di quando si cresce.
Sono sottolineati i valori dell’amicizia, dell’amore ed il coraggio. È un “anime” dove la sceneggiatura e le espressioni la fanno da padrone, insieme ai riferimenti culturali giapponesi, in una favola non solo per bambini.

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