Nino D'Angelo, dalla canzone classica napoletana al neomelodico
Nascita, ascesa e cambiamento di uno dei più interessanti e attenti autori del panorama della musica napoletana. Nino D'angelo, dal neomelodico alla canzone d'autore.
Biografia
Nino D'Angelo, all'anagrafe Gaetano, nasce a Napoli nel 1957. Fin da giovane comincia a coltivare la sua passione per il canto, partecipando a feste patronali e matrimoni. Il primo disco è del 1976.
La sua popolarità comincia a crescere a partire dapprima dalla sola Napoli, sino poi a tutto il meridione. Mario Merola lo porta con sè sui palchi della sceneggiata.
Il boom arriva tra il 1981 e il 1982, con il debutto al cinema di Celebrità, per la regia del suo mentore Ninì Grassia, e successivamente con l'album 'Nu jeans e 'na maglietta a cui seguì immediatamente un film dall'omonimo titolo. La ribalta diventa nazionale, D'Angelo supera i confini regionali e approda alle grandi piazze della musica italiana.
Il Festival di Sanremo arriva nel 1986 con la canzone Vai. Si susseguono film e album, sempre di eccezionale successo commerciale. Lo stop arriva nei primi anni novanta, quando una brutta depressione lo terrà lontano dai palchi per un paio d'anni. Nino D'Angelo pian piano si trasforma e, da semplice produttore di musica commerciale, matura sino ad abbandonare i panni del neomelodico. Con l'album Tiempo inizia un coraggioso avvicinamento alla canzone d'autore.
Evoluzione del personaggio
Da subito la critica musicale e cinematografica si mostra a dir poco ostile verso Nino D'Angelo e la sua produzione. Non vi è nulla di nuovo nella sua musica, proprio mentre la città di Napoli sta vivendo una delle più affascianti rivoluzioni musicali, quella dei vari Pino Daniele e i suoi musicisti, sino ai fratelli Edoardo e Eugenio Bennato. D'angelo non segue la scia, restando ancorato ad una tradizione che ha perso ogni legame con il passato. Non può far altro che stare al gioco e adeguarsi all'ambiente che lo ha reso beniamino di migliaia di giovani.
D'Angelo aspetta, cresce, si ferma, sino a diventare autore, sino a guardare con occhio lucido la realtà. Il cantautore inizia una nuova produzione musicale, molto più matura e popolare; alla base una lucida descrizione del disagio che la sua città e la sua gente sono costretti vivere.
La critica non può più sottrarsi così agli elogi, e con D'Angelo cambia anch'essa. Il primo a rompere gli indugi e a proclamarlo uno dei più interessanti cantautori italiani è Goffredo Fofi. Segue la collaborazione con la regista Roberta Torre per cui incide la colonna sonora di Tano Da morire, per il quale vince un David di Donatello. Torna a Sanremo più volte, presentando al grande pubblico, con enorme successo, il suo cambiamento.