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Panorama, il settimanale italiano

Pubblicato da Mondadori, Panorama, con circa 402.000 copie vendute, è il periodico di informazione italiano di attualità più venduto in Italia. La rivista settimanale affronta argomenti di attualità, politica, economia, società, approfondimenti e notizie dal mondo.

La nascita

Fondato da Arnoldo Mondadori, e con alla guida il direttore Nantas Salvalaggio (già giornalista e scrittore di Epoca e Corriere della Sera), il primo numero di Panorama viene stampato nell'ottobre del 1962, inizialmente a cadenza mensile. Nel 1965 la direzione passa a Lamberto Sechi che, nel 18 maggio 1967, lo trasforma in settimanale.

Dagli anni Novanta ad oggi

Dalla primavera 1996, Panorama crea un suo sito Internet Mondadori.com/panorama con cui si dà un restyling alla testata nazionale. Panorama, con l'insediamento di Silvio Berlusconi alla presidenza della Mondador il 25 gennaio 1990, cambia radicalmente linea editoriale, passando dall'area di centrosinistra a quella di centrodestra. Il dissenso col nuovo editore, determina l’abbandono del settimanale da parte del direttore Claudio Rinaldi, Gianpaolo Pansa e Atlan. L'entrata di Berlusconi in politica, nel 1993, rinnova i contrasti e le polemiche. Altissima è l’adesione allo sciopero della redazione del giornale della Mondadori, indesiderata e scongiurata è l'incompatibilità tra la figura di editore e quella di leader politico. I giornalisti difendono la tradizione d'indipendenza della testata. Il direttore Andrea Monti affronta la polemica con una nuova linea politico-editoriale: “il giornale non deve stare né da una parte né dall'altra, ma un passo più in su”. Dopo le dimissioni di Monti da direttore di Panorama, diviene nuovo direttore Giuliano Ferrara il quale affronta nell’immediato la questione politico-editoriale: “i fatti non sono nudi e crudi e richiedono una loro interpretazione, sinceramente politica” tenendo presente “che l'azionista di riferimento della Mondadori è Silvio Berlusconi, impegnato in politica”. Il settimanale si dirige così verso il centrodestra provocando una nuova ondata di diatribe e provocando la reazione di Enzo Biagi che lascia subito la redazione. Nel 1997 si inasprisce la tensione fra il direttore e la redazione, la quale lamenta l'uso elevato di collaboratori esterni che poteva essere interpretata come una considerazione negativa della professionalità della redazione. Sei mesi dopo Giuliano Ferrara lascia la direzione, ufficialmente per dedicarsi solo a Il Foglio. Anche Battista si allontana: prendono il loro posto rispettivamente Roberto Briglia e Massimo Donelli. La linea politica della testata seguirà quella prevista da Ferrara.

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