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Piano di Sviluppo Rurale in Italia, la capacità di spesa dei fondi comunitari

Superata la metà del periodo riguardante il Psr 2007- 2013 si fanno i primi bilanci.

Agricoltura e Europa

L'Unione Europea ha sempre provveduto a sostenere il settore dell'agricoltura, di per sé marginale, per la sua infinita importanza all'interno dell'economia globale.
I primi aiuti venivano pianificati con le cossidette PAC (Politiche Agricole Comunitarie), che negli anni si sono evolute sempre più mirando ad una maggiore efficienza degli aiuti e ad uno spettro di azione più ampio.
Le politiche ora in atto sono quelle messe a punto dal Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013. Ora queste politiche sono raggruppate in questo modo perchè con "rurale" si intende andare al di là della sola agricoltura, sostenendo così anche quelle aree marginali, che hanno un'economia prevalentemente agricola, andando però a sostenere attività non agricole (misure appartenenti all'asse III).
Il PSR è diviso in 4 assi: - Asse I: mira a migliorare la competitività del settore agricolo e forestale;
- Asse II: miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale;
- Asse III: miglioramento della qualità della vita e diversificazione dell'economia rurale;
- Asse IV: strategie locali (Leader e GAL).

La situazione attuale

Negli scorsi giorni, a Roma, è stato organizzato un seminario dalla Rete Rurale Nazionale del Ministero delle Politiche Agricole al fine di poter fare un bilancio, superata la metà del periodo di attuazione delle misure. Il problema in Italia è che mentre la media della capacità di spesa degli altri peasi europei di attesta sul 35% in media, in Italia è solo al 25%. La spesa, quindi, procede molto lentamente, e c'è un alto rischio di disimpegno dei fondi per molte regioni. Inoltre si è vista un forte concentrazione delle risorse negli assi I e II, il che significa che per le zone rurali e marginali si sta facendo ben poco.
Tra le varie regioni, vediamo che al primo posto si colloca la Basilicata, a sorpresa in linea con le medie europee, mentre il fanalino di coda è la Campania dove si manifestano ancora una volta le inefficienze del sistema politico.
Una delle cause di questi rallentamenti, di sicuro può essere la difficoltà dell'iter burocratico e la poca informazione della popolazione. In questo senso, da seminario è emersa una indubbia necessità di rivedere e snellire la maggior parte delle procedure, cosicchè possa essere possibile utilizzare le risorse in maniera efficiente così da poter rilanciare un settore fondamentale per l'economia dell'intero Paese.

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