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Quando è nata in Italia la scuola pubblica?

Storia della nascita della Scuola italiana.

La legge Casati

La legislazione scolastica italiana vede la luce nel 1859, con la legge Casati, che introduce criteri come gratuità dell’istruzione elementare e norme per l’abilitazione all’insegnamento. Al tempo, l'Istruzione elementare è divisa in due gradi, inferiore e superiore. Gratuita, e obbligatoria per due anni. Questa legge ha però diversi problemi nel momento dell'attuazione, anche se resta in vigore fino al 1923, i problemi più gravi sono proprio nel campo dell'istruzione di base.

Da Gentile alla scuola fascista

Una prima riforma della scuola viene attuata dal Ministro della Pubblica Istruzione Gentile, nel 1923. La riforma punta ad avere insegnanti più preparati culturalmente, ma contemporaneamente si accentua anche il controllo su di essi. Viene introdotto l’esame di Stato, in accordo con l'ala cattolica dei politici: l’esame di Stato permette di pareggiare, di fronte a una commissione esterna, diritti e possibilità di studenti di scuole pubbliche e private. Questa riforma ha il merito di avere introdotto l'obbligo scolastico fino a 14 anni.
L'idea di Gentile è quella di una scuola prettamente umanistica, per cui non c'è grande valutazione delle lingue straniere, delle discipline scientifiche e delle attività pratiche.
Le innovazioni culturali e didattiche riguardano i programmi, sui quali opera il pedagogista Lombardo-Radice, che mette in rilievo l'importanza della dimensione della spontaneità, specialmente nei primi gradi di scuola. Con il consolidarsi del regime fascista, in particolare dopo il Concordato del ’29 e la conseguente conciliazione con la Chiesta, la riforma viene via via cambiata ,orientando sempre più i docenti sulla linea politica del regime, allo scopo di trasformare la scuola nello strumento di puntello e di consenso alla sua politica. In questi anni viene introdotto l'obbligo del giuramento per gli insegnanti, vengono reinseriti i crocefissi nelle aule e viene ripristinato l'insegnamento della religione cattolica. Viene anche introdotto il testo unico di stato e vengono cambiati i programmi di storia, per accentuare l’interpretazione nazionalistica/eroica del Risorgimento, e quelli di geografia, per sottolineare il ruolo della nazione italiana nel mondo.

Dal secondo dopoguerra

Con entrata in vigore nel’48 della costituzione repubblicana, si introduce il principio dello Stato educatore, insieme ai 4 temi del pluralismo culturale, della libertà di insegnamento, dell’esame di Stato e del diritto allo Studio. La riforma del ’45 riguarda anche l’educazione infantile, introducendo il concetto di scuola materna (solo nel 1968 avremo la scuola materna statale). Per quanto riguarda la scuola elementare, i programmi del ’45 affidano alla scuola il compito di combattere l’analfabetismo sia “strumentale” e “spirituale” (cioè la mancanza di sensibilità sociale). Nel ’62 nasce la scuola media unica, obbligatoria e gratuita.

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