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Storia della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

Il materiale librario italiano è tutelato dalla BNCR ovvero dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, infatti, è l'ente preposto dallo Stato per fare ciò.

La biblioteca

Il servizio bibliotecario consente a tutti i maggiorenni di consultare, e in alcuni casi il prestito di tutte le opere in lingua italiana dall'Unità d'Italia sino ai giorni nostri. La Biblioteca possiede: 7.000.000 di volumi a stampa, 8.000 manoscritti, 25.000 cinquecentine, 2.000 incunamboli, 10.000 stampe e disegni, 20.000 carte geografiche, 1.342.154 opuscoli. La Biblioteca è accessibile da lunedì a sabato in fasce di orario stabilite, e possibile usufruire del servizio fotoriproduzioni (richieste fatte via fax, lettera e posta elettronica), il servizio di prenotazione online con il quale si può richiedere il materiale da ritirare.
Attraverso il sito della biblioteca Bncrm.librari.beniculturali.it è possibile trovare informazioni inerenti alla biblioteca, trovare i numeri e gli indirizzi utili e ricercare i testi che ci servono.

La storia

Come tutte le biblioteche nazionali, la Biblioteca nazionale di Roma, creata dal Governo, raccoglie numerose opere rare, di valore o particolarmente significative, raramente si possono prendere dei libri in prestito, ma permette di fotocopiare parte di essi. In Italia, dopo la costituzione dello Stato unitario, decisero di mantenere il nome "nazionale" per nove biblioteche, ma solo la Biblioteca nazionale centrale di Firenze aveva il diritto del deposito legale per il territorio nazionale poiché allora Firenze era capitale d'Italia. Nel 1876 (con l'annessione di Roma) per iniziativa di Ruggero Bonghi (ministro della pubblica istruzione nel Governo Minghetti), fu creata una nuova biblioteca nazionale ovvero la Biblioteca nazionale centrale di Roma, e aveva le stesse caratteristiche della biblioteca di Firenze. Come sede della Biblioteca fu scelta il palazzo cinquecentesco che i Gesuiti avevano edificato per il colleggio Romano che era già occupato da due importanti collezioni librarie, fu ampliato con la "crociera" per ospitare materiale religioso proveniente da diverse biblioteche di congregazioni religiose. La Biblioteca fu dedicata a Vittorio Emanuele II, e il primo direttore fu Carlo Castlani esercitò il suo ruolo dal 1876 al 1877. Nel 1886 si iniziò a pubblicare il bollettino delle opere moderne straniere, nei locali della Biblioteca furono allestite mostre di rilievo come quella sul Risorgimento nel 1895. Poi la Biblioteca fu dotata di sale per la consultazione dei materiali, dell’emeroteca, e della sala di cultura generale. Negli anni '50 fu trovata una nuova sede ovvero l'area di Castro Pretorio che fu inaugurata nel 1975, è composta di tre edifici principali e si estende su 20.000 mq. Nel 1987 fu creato il centro elaborazioni dati che ha permesso la gestione del materiale librario secondo il programma del servizio Bibliotecario Nazionale. Nel 1990 iniziò l'attività del Centro nazionale del manoscritto.

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