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The Killers: recensione dell'album "Day & Age" (CD)

Day & Age è il quarto album dei The Killers, la band di Las Vegas che si pose all'attenzione del pubblico nel 2004 con l'ironico singolo "Somebody told me". Ma in questa nuova produzione l'ironia sembra perdere il filo giusto, spingendoci a chiedere dove vogliano andare a parare i californiani.

Plastica anni '80

La prima sensazione che si ha ascoltando Day & Age è quella di trovarsi catapultati in una stanza arredata in stile anni ottanta, con tanto di plasticume kitsch intorno. In effetti la disco trash che promana da alcune canzoni potrebbe trovarsi a suo agio solo con un simile ambiente vintage: ascoltare l'imbarazzante Joy Ride per credere (ed una volta ascoltata, cancellatela dalla mente). Qualcuno citerebbe come ispirazione i Talking Heads, ma dato che non sono antipatici non faremo loro questo torto di accostarli alle sonorità di questa canzone dei Killers. Con Human, il singolo di lancio del disco, andiamo meglio in quanto a sonorità ma in quanto a contenuti non ci siamo; l'ironia, al quarto disco, non è più sopportabile: Are we human? Or are we dancer? non è un interrogativo così profondo, volendolo prendere sul serio. Ma non fa nemmeno ridere, buttandola sull'ironia.
Il secondo singolo tratto dal disco è Spaceman, che invece rivela quanto i Killers siano bravi a fare gli Abba; Brandon Flowers, cantante e tastierista, si (e ci) regala anche alcuni virtuosismi vocali gradevoli.
I Killers poi si dimostrano capaci di non essere solo istrionici, ma anche abili a confezionare canzoni struggenti: ascoltare la canzone di chiusura dell'album, Goodnight, Trawel Well, per capire; And all that stands between the soul's release/This temporary flesh and bone è una frase molto profonda, ma proprio questo ci fa venire i dubbi su quale sia l'impronta che il disco debba assumere. La sensazione è che non ci sia un'idea precisa alla base del lavoro, ma solo un tentativo di capire cosa essere da grandi; all'ottimo Hot fuss d'esordio, ha fatto da contraltare Sam's Town, un disco caduto facilmente nell'oblio (e ascoltandolo si capisce il perché). Ora, dopo la raccolta del 2007 Sawdust, quest'album ci mostra un gruppo dalle ottime potenzialità pop commerciali (il "commerciale" qui non è da intendersi in senso dispregiativo) ma che giunti al quarto album deve ancora crescere molto.

Tracce

1) Losing Touch
2) Human
3) Spaceman
4) Joy Ride
5) A Dustland Fairytale
6) This Is Your Life
7) I Can't Stay
8) Neon Tiger
9) The World We Live In
10) Goodnight, Travel Well

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