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Tutela dei diritti dell'infanzia: i principi sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite

Quante volte nella società odierna ci si interroga sul modo migliore per tutelare i bambini e i ragazzi? In un mondo complesso come il nostro questo compito somiglia sempre più a una sfida. Eppure i diritti dei minorenni sono scritti nero su bianco, in un documento che le Nazioni Unite hanno voluto dedicare proprio a loro.

La storia e gli intenti

La Convenzione dell'ONU volta a tutelare i diritti dell'infanzia è stata approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e in Italia è stata ratificata nel 1991. Ha come punto di partenza la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, nella quale era già stata sottolineata la necessità di riservare un'attenzione particolare a bambini e ragazzi, che non avendo raggiunto una piena maturazione fisica e intellettuale erano descritti come bisognosi di cura e protezione. Tuttavia, questo documento si limitava ad affermare ciò in linea di principio ed era privo di suggerimenti concreti che ne rendessero possibile l'attuazione. Per questo motivo, si è deciso di dedicare ai minorenni una Convenzione a parte.
Essa è divenuta lo strumento normativo più rilevante e completo a livello internazionale ed è aperta all’adesione di tutti gli Stati, i quali si impegnano a collaborare laddove non riescano a gestire una problematica con le proprie forze.

Il preambolo

Gli articoli della Convenzione sono preceduti da un preambolo, nel quale degno di nota è il ruolo di primaria importanza assegnato alla famiglia: essa è definita "unità fondamentale della società" e viene riconosciuta come soggetto meritevole di assistenza e supporto. In questo modo, questa carta dei diritti dell'infanzia attribuisce alla famiglia il ruolo primario nella crescita di un individuo equilibrato, ma nello stesso tempo investe gli Stati del dovere di provvedere affinché le famiglie abbiano tutto ciò di cui necessitano per portare a termine al meglio il proprio compito.

Il testo

Il testo della Convenzione consta di 54 articoli, nei quali vengono affrontate e sviscerate le numerose problematiche inerenti la vita dei fanciulli.
In primo luogo, viene ribadita l'irrilevanza di distinzioni di razza, colore, sesso, lingua e religione nell'ambito della tutela dei diritti dei minorenni.
Di grande importanza è poi l'articolo 17, dedicato al rapporto con i mass media: in una società in cui bambini e ragazzi hanno sempre più occasioni per interfacciarsi con i mezzi di comunicazione, essi vengono invitati ad agire per promuovere lo sviluppo culturale dei minori e allo stesso tempo a proteggerli da contenuti che potrebbero nuocere loro.
Occorre comunque sottolineare che nella Convenzione il fanciullo non è solo un soggetto da tutelare, ma anche e soprattutto un individuo dotato di diritti: sulle questioni che lo riguardano egli ha diritto che la sua opinione venga presa in considerazione e valutata attentamente.

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