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Carlo Levi, lo scrittore di Cristo si è fermato a Eboli

Breve biografia dello scrittore e pittore italiano Carlo Levi (Torino, 1902 - Roma, 1975).

Gli anni a Torino

Carlo Levi si dedica fin da giovane alla pittura, un'arte che prediligerà per tutta la vita, mentre la letteratura sarà un'attività che praticherà in un secondo momento. Egli, dopo gli studi superiori secondari, si iscrive alla Facoltà di Medicina nel capoluogo piemontese. Grazie però alla conoscenza di Piero Gobetti (intellettuale e politico antifascista) Carlo Levi diviene giornalista, scrivendo per La rivoluzione liberale, rivista fondata dal Gobetti stesso. È in questo contesto aperto e multiculturale che conosce tra i maggiori intellettuali del suo tempo come Cesare Pavese, Antonio Gramsci, Luigi Einaudi e molti altri. Levi si laurea in medicina sebbene all'attività di medico preferisca quella di scrittore e giornalista: non eserciterà mai infatti la professione per la quale ha studiato.
Nel 1923 soggiorna per la prima volta a Parigi dove entra in contatto con i movimenti artistici dell'epoca e da cui trae ispirazione per la sua pittura e, una volta rientrato a Torino, prende parte al movimento artistico dei sei pittori di Torino, con Gigi Chessa, Nicola Galante, Francesco Menzio, Enrico Paulucci e Jessie Boswell.
Nel 1931 inizia a concretizzarsi il suo impegno politico con l'adesione al movimento "Giustizia e Libertà" fondato da Carlo Rosselli.

Gli anni del confino

Solo quattro anni dopo, nel 1935, quando la repressione antifascista si è fatta più spinta, Carlo Levi viene arrestato e condannato al confino, accusato di propaganda e azione contro il regime. Levi viene spedito ad Aliano, in Basilicata, dove spende alcuni anni in semi isolamento, e sotto sorveglianza.
Da questa esperienza durata qualche anno, Levi trae molti spunti che confluiscono nel suo romanzo autobiografico di maggior successo Cristo si è fermato a Eboli, pubblicado da Einaudi nel 1945. Dalla lettura del romanzo emerge un ritratto sconcertante dell'Italia meridionale in epoca fascista: condizioni di vita che a tratti appaiono disumane e luoghi in cui "neppure la parola di Cristo sembra essere mai giunta":
Levi, una volta rientrato dal confino, riprende sia l'attività giornalistica - come direttore del quotidiano romano Italia libera e in qualità di collaboratore per La Stampa - che quella visiva, aderendo nel '54 al gruppo neorealista e partecipando alla Biennale di Venezia.
Altri suoi romanzi di interesse, pubblicati dopo il libro d'esordio Cristo si è fermato a Eboli sono Le parole sono pietre (1955) sui problemi sociali della Sicilia, Il futuro ha un cuore antico (1956), Tutto il miele è finito (1965), e L'orologio, cronaca impietosa degli anni della ricostruzione economica (1950).
Levi muore a Roma ma la sua salma riposa ad Aliano, per mantenere la promessa fatta a sé stesso di farvi ritorno.

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