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Che cos'è e come ottenere l'affidamento in prova al servizio sociale

Tra le misure alternative alla detenzione, una posizione preminente assume l'affidamento in prova al servizio sociale, considerata un'eccellenza dell'Ordinamento Penitenziario. L'affidamento in prova ai servizi sociali è una misura alternativa alla detenzione, che ha come fine quello di evitare alla persona condannata i danni derivanti dal contatto con l’ambiente penitenziario e dalla condizione di privazione della libertà.

Quali requisiti sono necessari

Il primo requisito di base è che la pena detentiva inflitta, o anche il residuo di pena, non sia superiore ai tre anni.
Occorre poi fare un distinguo tra chi è detenuto e chi non lo è.
Nel primo caso è necessaria una relazione di sintesi, che preveda che la misura alternativa, anche attraverso le prescrizioni, contribuisca alla rieducazione del condannato e assicuri la prevenzione del pericolo che egli commetta altri reati. Nel secondo caso, invece, bisogna aver tenuto un comportamento tale, dopo la condanna, da consentire lo stesso giudizio di cui sopra.
Tutto ciò è regolamentato dall’articolo 47 dell’O.p. (Ordinamento Penitenziario) così come modificato dall’art. 2 della Legge n. 165 del 27 maggio 1998.

Come funziona

La richiesta della misura alternativa dell'affidamento in prova, ex art. 47 O.P., è proposta al Tribunale di Sorveglianza, che dovrebbe decidere con ordinanza entro 45 giorni . Il Magistrato di Sorveglianza, a cui il detenuto può direttamente rivolgere l'istanza, può sospendere l'esecuzione della pena e ordinare la liberazione del condannato quando:
- sono offerte concrete indicazioni in ordine alla sussistenza dei presupposti per l'ammissione all'affidamento in prova;
- sono offerte concrete indicazioni in ordine al grave pregiudizio derivante dallo stato di detenzione;
- non vi sia pericolo di fuga. Nel caso in cui sia accolta l'istanza, il provvedimento ha solo effetto sospensivo dell'esecuzione e non determina l'inizio dell'affidamento. La sospensione opera fino alla decisione del Tribunale di Sorveglianza, che dovrebbe pronunciarsi entro 45 giorni.
Laddove, invece, il magistrato non abbia ritenuto di sospendere l'esecuzione della pena, il condannato resterà in carcere in attesa della decisione del Tribunale. Se l'istanza non è accolta dal Tribunale di Sorveglianza, riprende l'esecuzione della pena e non può essere accordata una nuova sospensione quale che sia l'istanza successivamente proposta.
L'affidamento si conclude con l'esito positivo del periodo di prova che estingue la pena ed ogni altro effetto penale o con la revoca della misura nei seguenti casi:
- comportamento del soggetto contrario alla legge o alle prescrizioni dettate, ritenuto incompatibile con la prosecuzione della prova;
- sopravvenienza di un altro titolo di esecuzione di pena detentiva che determini un residuo pena superiore a tre anni.
In questi casi il Tribunale di Sorveglianza emette l'ordinanza di revoca e ridetermina la pena residua da espiare.

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