Chi era Ippolito Nievo
Ippolito Nievo nacque a Padova nel 1830, primogenito di Antonio, magistrato della piccola nobiltà mantovana, mentre sua madre era figlia di nobili veneziani.
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Giovinezza e prime opere
I primi anni della sua vita li passa spostandosi in varie città Lomardo Venete, a causa del lavoro di suo padre.
Nel 1841 viene iscritto nel collegio del seminario di Sant'Anastasia di Verona, dedicando alla figura del nonno i componimenti poetici scritti nel 1846. Nel 1848 partecipa alla fallita insurrezione di Mantova, e successivamente si trasferì prima a Firenze, poi a Pisa, dove, molto probabilmente, partecipò nel 1849 al moto di Livorno contro gli Austriaci. Tornerà a Mantova nel 1850, conseguendo la licenza liceale. Nel 1851 scriverà l'opera Antiafrodisiaco per l'amor platonico, rivolto a Matilde Ferrari, con la quale ebbe un rapporto epistolare, di cui era innamorato. Nel 1954 collaborerà con la rivista l'Alchimista Friulano, pubblicando diverse poesie.
Altre opere e la tragica morte.
Nel 1855, deluso dalla situazione italiana, si dedicò alla scrittura della sua opera più importante: Le confessioni di un italiano, mentre l'anno successivo, venne accusato di vilipendio nei confronti delle guardie austriache, dopo la scrittura del racconto l'Avvocatino, pubblicato sul giornale milanese Il Panorama universale; Tra il 1857 e 1858 concluse la sua opera più importante. Nel 1860 divenne cronista delle spedizioni garibaldine. La sua morte avvenne nel 1861 a causa del naufragio del vapore Ercole: né il corpo, né i resti dell'imbarcazione vennero ritrovati.
Secondo il pronipote Stanislao Nievo, questo fatto fu "architettato dalla destra per sgominare la sinistra garibaldina", come scritto nella sua opera del 1974 "Il prato in fondo al mare".
Le Confessioni di un italiano
L'opera più importante di Nievo è sicuramente Le confessioni di un italiano, romanzo che racconta un intreccio amoroso sullo sfondo politico che va dalle campagne Napoleoniche alle prime rivoluzioni del 1848. Venne pubblicata nel 1867, col titolo Le confessioni di un ottuagenario.
L'opera, strutturata in 23 capitoli, narra le vicende del nobiluomo Carlo Altoviti che, allevato dallo zio, si innamora di sua cugina la Pisana. Carlo si trasferirà a Padova, dove coltiva principi patriotici, per poi essere raggiunto da sua cugina la Pisana, la quale lo seguirà a Napoli, dove Carlo parteciperà ai moti della Repubblica Partenopea, prendendosene cura quando si ammalerà a Venezia. Successivamente, Carlo verrà arrestato per aver partecipato ai moti liberali; condannato ai lavori forzati, perderà la vista in carcere. Carlo viene esiliato, e si trasferirà a Londra, dove insieme alla cugina, incontreranno un suo amico, validissimo medico, che lo curerà, facendogli riacquistare la vista. Dopo la morte della Pisana, per motivi di salute, Carlo tornerà assieme ai nipoti nel suo castello di Venezia, affermando di essere contento di aver vissuto e contento di morire, pensando al suo unico grande amore, la Pisana.