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Consigli pratici per realizzare un impianto sicuro di messa a terra

Per messa in terra si intende tutto l'insieme di dispositivi e accorgimenti atti a indurre il potenziale delle masse elettriche ad eguale entità di quelle del terreno.

normative di riferimento

Diverse sono le normativa in materia di messa in sicurezza di un impianto elettrico, in particolare il D.M. 37 del 2008, il D.P.R. 547 del 55 e la norma CEI 64-8/4 prevedono che ogni edificio sia regolarmente munito di un impianto di messa a terra per tutelare ogni individuo da eventuali folgorazioni dovute da contatti con elementi normalmente in tensione, o elementi indotti in tensione da eventuali malfunzionamenti (carcasse elettrodomestici), questo obbligo non si limita ai soli impianti di energia elettrica ma si estende anche a quelli idraulici e di riscaldamento, in modo tale da rendere tutto l'immobile isolato e quindi sicuro.
Come si può facilmente intuire gli scopi di questa particolare tipologia di impianti si possono così riassumere: - protezione da eventuali contatti indiretti (in pratica contatto con elementi metallici che non dovrebbero essere di norma in tensione, ma che per casi fortuiti lo sono); - facilitare l'intervento del salvavita (interruttore differenziale) in caso di dispersione elettrica; - proteggere impianti ed individui da scariche elettriche di qualsiasi natura. La legge Italiana oltre ad imporre la messa in sicurezza degli impianti (messa a terra), impone attraverso il DPR 462/01 la verifica di detti impianti con regolare frequenza, il controllo deve avvenire di norma ogni due anni per gli impianti considerati ad alto rischio di incendi e gli edifici adibiti a cure mediche, mentre per i comuni impianti di abitazione la verifica è prevista ogni 5 anni, tale verifica prevede: - il controllo della capacità del terreno di opporsi alle scariche di corrente elettriche (resistività); - rilevazione delle tensioni al contatto con la corrente attraverso il misuratore di terra. Tali controlli dovranno essere effettuati la prima volta subito dopo l'installazione dell'impianto per ottenere l'omolagazione dello stesso.

Come realizzare un impianto di messa a terra

In ogni comune impianto di corrente elettrica, tutte le prese vengono munite del cosiddetto filo di terra, ma questo non basta per rendere efficiente l'impianto e rispettare le normative in vigore, per rendere il tutto funzionale bisogna infatti collegare il dispersore.
Il processo per completare la messa in massa dell'impianto è abbastanza semplice e si compone di tre passaggi fondamentali: - ricercare un punto nella traccia dell'impianto ove è possibile effettuare uno scavo abbastanza grande da poterci interrare il pozzetto preventivamente forato su un lato in modo tale da poter ospitare un tubo flessibile, tale tubo dovrà a questo punto essere collegato alla cassetta dell'impianto. Nell'effettuare questa operazione tenere in cosiderazione il fatto che il pozzetto dovrà in seguito poter essere aperto facilmente, di conseguenza è consigliabile farlo sporgere almeno 20 cm dal suolo; - piantare a questo punto il paletto (dispersore) nel pozzetto; - per concludere passare una treccia di rame all'interno del tubo flessibile inserito al punto uno, fissare quindi un'estremità del rame al paletto e l'altra estremità al filo di terra già collegato in precedenza nella presa all'interno dell'abitazione. Effettuati correttamente i passagi indicati l'impianto di corrente elettrica può dirsi pronto al collaudo, da ricordare che la certificazione per il collaudo deve essere redatta da un elettricista autorizzato, è sconsigliabile quindi cimentarsi con il fai da te, non solo per la necessità della firma apposta sui documenti ma soprattutto per non avere la certezza di avere un impianto eseguito a regola d'arte.

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