Grotte di Altamira: informazioni sui dipinti rupestri Patrimonio dell'Umanità
Le Grotte di Altamira sono indubbiamente il luogo più spettacolare al mondo dove si possono ammirare esempi di arte paleolitica degli uomini preistorici: sono tanto pregevoli dal punto di vista artistico da aver suscitato la meraviglia di Picasso, che dopo averle visitate affermò che ogni forma d'arte successiva era decadente.
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La storia della loro scoperta
Altamira si trova nella regione autonoma spagnola di Cantabria, a pochi chilometri dal capoluogo Santander. Nel 1879 un archeologo dilettante, Marcelino Sanz de Sautuola, mentre passeggiava con la figlia alla ricerca di reperti archeologici affioranti, scoprì casualmente (forse grazie alla caduta accidentale di un albero) l'ingresso a quello che negli anni successivi divenne il suo fondamentale contributo, dapprima controverso e poi universalmente riconosciuto, alla paleontologia. Quello che si parò agli occhi dello stupefatto Sanz e di sua figlia fu una grotta di circa 270 m di larghezza, con vari passaggi intersecantisi e camere, dipinta sulle pareti e sul soffitto con centinaia di migliaia di pitture rupestri raffiguranti animali selvatici (bisonti, cervi, cinghiali) e domestici (cavalli), parti corpo umano (soprattutto mani) e disegni astratti (dei quali non è ancora chiaro il significato). La scoperta venne immediatamente pubblicizzata da Sanz in una pubblicazione, nella quale affermava che le pitture risalivano all'età della pietra (Paleolitico); la teoria venne però dileggiata dalla maggior parte degli studiosi dell'epoca, poiché in quel periodo si credeva che gli uomini preistorici fossero ancora più simili alle scimmie, e perciò non dotati delle capacità intellettuali e manuali necessarie per eseguire quei capolavori artistici. Fu soltanto qualche anno più tardi, quando analoghe scoperte vennero fatte in Spagna e in Francia, che la teoria della genesi paleolitica delle pitture rupestri venne confermata appieno (tra l'altro, anche con i metodi moderni della datazione al radio-carbonio e uranio-torio, che hanno permesso di determinare che i primi graffiti risalgono a 25 000-35 000 anni fa). Attualmente le grotte di Altamira sono visitabili soltanto da un numero ristretto di persone per volta, dato che l'anidride carbonica emessa con il respiro dei visitatori potrebbe deteriorare irrimediabilmente i reperti; le visite vanno prenotate con un anticipo che può arrivare fino a 3 anni.
La tecnica utilizzata
Per eseguire quelle pitture, gli uomini preistorici usarono oggetti appuntiti (pietre più dure, scalpelli o oggetti similari); in seguito le strie vennero riempite con coloranti ricavati dal carbone, dalla terra d'ocra e dall'ematite, così da dare al risultato finale la colorazione; i coloranti venivano diluiti con diverse percentuali per ottenere effetti di chiaroscuro. Un altro aspetto ammirevole dei dipinti di Altamira è che, in moltissimi casi, gli artisti hanno utilizzato le sporgenze e le rientranze naturali della roccia per dare al disegno definitivo un effetto tridimensionale, così da realizzare una sorta di trompe-l'oeil preistorico.