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Informazioni sui sistemi di input e output

Un computer (di qualunque dimensione e di qualunque tipo) servirebbe a ben poco senza la possibilità di fornirgli istruzioni o dati e senza la possibilità di ricevere i risultati delle sue elaborazioni; a questo scopo servono i sistemi di iingresso e di uscita ("input" e "output" in inglese). Vediamo rapidamente come sono evoluti questi sistemi nel corso degli anni.

I sistemi di input

I primi computer venivano programmati (cioè si fornivano loro istruzioni su come procedere) attraverso un complesso sistema di interruttori che rappresentavano l'accensione o lo spegnimento del singolo bit (cifra binaria, dall'inglese binary digit: 0 o 1), che poteva far parte indifferentemente di un dato o di una istruzione. Dal sistema degli interruttori si passò rapidamente alla tastiera, che permetteva l'introduzione nel computer di un byte (composto inizialmente di 5, poi di 6, 7 e infine 8 bit) alla volta, ma un'evoluzione significativa si ebbe con l'introduzione delle schede perforate, che permettevano una introduzione dei comandi e dei dati nettamente più veloce, dato che ogni scheda conteneva una riga di 80 byte. A quel punto (siamo circa negli anni 80 del secolo scorso) la tecnologia iniziò a evolvere a passi da gigante, e si passò a sistemi molto più sofisticati di input, quasi i nastri e i dischi magnetici (che sono anche dispositivi di output), dai quali nacquero i floppy disk, dapprima da 8", poi da 5"¼. Attualmente i sistemi di input, oltre alla classica tastiera, comprendono altre apparecchiature, come i mouse, gli scanner, e perfino i riconoscitori vocali, che consentono l'utilizzo della voce umana.

I sistemi di output

Nell'epoca "preistorica" del computer, esso forniva i risultati delle proprie elaborazioni attraverso l'accensione o lo spegnimento di piccole lampadine, ognuna delle quali rappresentava un bit. Arrivò ben presto, però, l'introduzione della consolle (una sorta di telescrivente) che comprendeva una tastiera per l'input e una piccola stampatrice (all'epoca era questo il termine che si usava, ma fu ben presto sostituito dal'attuale termine di stampante). Le stampanti evolsero rapidamente: dai primi modelli "a impatto", che utilizzavano la "margherita" e poi gli "aghi", alle stampanti laser, e infine a quelle a "getto d'inchiostro" e alle stampanti "termiche"; prima soltanto in nero e poi anche a colori. Una sorta di stampante è anche il plotter, che permette di rappresentare disegni o grafici particolarmente complessi e anche di notevoli dimensioni. Ma il principale dispositivo di output rimane comunque il monitor, che era dapprima "monocromatico" e rappresentava soltanto caratteri; poi, con l'evoluzione della tecnologia, si passò agli "schermi grafici" e a quelli che permettevano anche il colore (prima 4, poi 8, 16, 256 fino agli attuali milioni di colori). Infine non può essere dimenticato l'ouput "sonoro" (realizzato attraverso cuffie o casse).

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