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Storia della Fontana di Trevi

Quanti di voi sono andati a Roma senza visitare la famosa Fontana di Trevi per lanciarvi una monetina? Probabilmente nessuno! Questo articolo vuole dare omaggio a una delle più belle e visitate fontane d'Italia!

La storia

La Fontana di Trevi è l'elemento terminale dell'Acquedotto Vergine, che nasce nel 19 a.C. per volere di Marco Vipsanio Agrippa, per alimentare le terme del Pantheon fatte costruire da lui stesso. Nel 1453 Battista Alberti e Bernando Rossellino, architetti dell'Acqua Vergine, furono incaricati da papa Nicolò V per avviare una bonifica dell'acquedotto. Questo fu molto importante per la città, poichè gli abitanti potavano nuovamente servirsi di acqua sorgente piuttosto che dell'acqua del Tevere. In sostituzione alla fontana originaria a tre vasche, fu realizzato un nuovo prospetto, parallelo a via del Corso, che prevedeva un'iscrizione con gli stemmi del pontefice e del popolo romano. Al di sotto degli stemmi l'acqua sarebbe dovuta sgorgare da tre getti raccogliendosi in una vasca rettangolare. Furono presentati diversi progetti mai messi in atto quando, intorno al 1640, papa Urbano VIII ordinò a Gian Lorenzo Bernini la restaurazione della fontana. Bernini progettò una grande mostra d'acqua ed iniziò i lavori ancora prima di ottenerne l'autorizzazione, finanziati da una tassa sul vino imposta ai romani. Durante i lavori la piazza venne ampliata, abbattendo alcuni edifici alla sinistra della fontana preesistente, vene ribaltata ortogonalmente fino ad arrivare all'allineamento rivolto verso il Quirinale. Nel 1644 Papa Urbano VIII morì. Salì al pontificato il nuovo papa, Innocenzo X, che aprì un processo contro la famiglia Barberini causando l'abbandono del progetto di Bernini, che cadde in disgrazia per essere stato l'architetto di Barberini. Nel 1732 Papa Clemente XII riprese in mano i lavori della fontana e della piazza, bandendo un concorso per la costruzione di una grande mostra d'acqua. Il bando fu vinto da Nicolò Salvi, che impostò l'opera preservando il progetto originale dell'Acqua vergine e conservando le influenze barocche di Bernini fondendole con il nuovo monumentalismo classicista. Nello stesso tempo la famiglia Poli, proprietaria degli edifici retrostanti, edificò i due prospetti simmetrici che ancora oggi fanno da sfondo alla magnifica scenografia della fontana.

Leggenda o realtà?

Sembra che Nicola Salvi non andasse tanto d'accordo con un barbiere che aveva la sua bottega di fronte al suo cantiere (oggi via della Stamperia), che criticava e sbeffeggiava continuamente i lavori sulla fontana. Così il Salvi piazzò davanti alla sua bottega un vaso grande abbastanza da non potergli permettere la visione dei suoi lavori dall'interno della bottega. Questo vaso è stato successivamente rinominato dai romani Asso di coppe, per la sua somiglianza alla carta da gioco. Realtà o leggenda? Non si sa, ma una cosa è certa: la Fontana di Trevi è immortale!

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