Storia della guerra in Iraq
L’offensiva statunitense scattata all’indomani dell’attacco alle Torri gemelle, l’undici settembre 2001, s’inserisce in un contesto le cui premesse sono state poste già anni primi dalla politica aggressiva dell’Iraq.
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Premesse della guerra
Era il 1980 quando l’Iraq di Saddam Hussein attaccò l’Iran per questioni riguardanti il controllo del golfo Persico; in quell’occasione lo stato di guerra si protrasse fino al 1988 finendo con una situazione di stallo. L’offensiva iraqena riprese nel 1990, questa volta contro il Kuwait che fu invaso. L’invasione del Kuwait determinò la reazione degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali e orientali: siamo di fronte a quella che verrà chiamata guerra del Golfo (1991) e che si concluderà con la sconfitta dell’Iraq e il conseguente ritiro dal Kuwait che, intanto, aveva subito gravi danni in termini di vite umane e di infrastrutture.
Le tensioni tra Iraq e Stati Uniti si riaprirono nel 1996 a causa dell’intervento di Hussein nel Kurdistan e si intensificarono nel 1997 per il veto imposto alle ispezioni dell’ONU finalizzate al disarmo nucleare. Le tensioni finirono per trasformarsi in guerra aperta dopo il 2001, in seguito ai gravi attacchi terroristici che colpirono al cuore l’America e il mondo intero.
Attacco della coalizione guidata dagli Stati Uniti
Nel marzo del 2003 una coalizione formata principalmante dagli Stati Uniti del presidente Bush e da altri Stati, quali l’Australia, la Polonia, la Gran Bretagna, invase l’Iraq con l’intento di deporre Saddam, accusato di detenere armi nucleari e di collaborare con il terrorismo internazionale; questa operazione, definita Iraqui Freedom, diede ufficialmente inizio alla guerra d’Iraq, definita anche seconda guerra del Golfo. Dopo pochi mesi, che videro l’apporto di contingenti provenienti da altri Stati, la guerra si trasformò in guerra civile tra il nuovo governo iraqeno sostenuto dalle forze della coalizione e quelle della resistenza, concentrate soprattutto nelle zone centrali del Paese a maggioranza sunnita e composte anche da gruppi apertamente terroristici. Nel 2006 Saddam fu catturato e sottoposto a processo; dopo la condanna per crimini contro l’umanità fu giustiziato mediante impiccagione.
Con l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Obama, nel 2008, e il conseguente insediamento nel gennaio 2009, anche la politica verso l’Iraq è cambiata, tanto che nel 2010 le operazioni belliche sono state dichiarate formalmente terminate. In Iraq restano numerose truppe pacificatrici straniere ma il Paese continua a versare in uno stato di disordine a causa del governo debole e instabile.