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Storia della nascita della fotografia

Pensate solo un attimo all'incredibile idea dell'uomo di poter fermare il tempo, e catturare ciò che avviene in un singolo istante, la disposizione degli enti che lo circondano, per poter poi cogliere il ricordo e la sensazione che affiorava in quel momento...

Passaggio da raffigurazione a realtà

Nei secoli, questa cattura è stata fatta con la raffigurazione, dai geroglifici, che avevano un significato più storico, ai dipinti, alle sculture. In questi, il lato artistico era però dominante; solo raramente vi sono esempi di raffigurazione a mero titolo di documentazione. Con la nascita della fotografia, almeno inizialmente, lo scopo era quello di cogliere la realtà. Si è passati dalla raffigurazione all'istantanea; fotografare significava porre l'accento sul soggetto, non sulla rappresentazione dello stesso. Il primo procedimento fotografico è denominato dagherrotipia. Il nome è chiaramente derivato da colui che l'ha messa a punto, il signor Louis Jacques Mandé Daguerre.
Il dagherrotipo, tecnicamente, è una lastra di rame con uno strato di argento, sensibilizzato alla luce con vapori di iodio. A seguito dell'esposizione alla luce, per circa un quarto d'ora, i vapori di mercurio, ad una temperatura di circa 60°C, evidenziano le zone esposte di un colore biancastro. Eliminando i residui di ioduro d'argento, si ottiene il risultato finale: una lastra che dev'essere vista con un'angolazione particolare per riflettere in modo adeguato la luce.

Fotografia

Il termine stesso significa, dal greco phos e graphis, "scrivere con la luce". Era questo il titolo che, il 6 gennaio 1893, risaltava sulla prima pagina della Gazzette de France, a seguito dell'acquisizione del procedimento di Daguerre da parte dello stato.
L'innovazione portata dalla calotipia permise di ridurre i tempi di esposizione da 10 minuti a pochi secondi; l'immersione della carta in una soluzione di nitrato d'argento e acido gallico permetteva di far apparire l'immagine negativa finale. Con il cloruro d'argento, poi, si procedeva alla stampa del positivo.
Tecniche successive, come l'uso di una macchina a vapore e con il trattamento elettrolitico per le lastre d'argento (metodo americano), l'utilizzo di collodio, le lastre in vetro e l'uso della carta albuminata rese la stampa di qualità sopraffina. In seguito, nacque l'industria fotografica, delle vere e proprie catene di montaggio dove l'operatore si occupava del solo procedimento di turno.
Con le lenti e le macchine fotografiche, quindi, si ebbe la nascita di aziende come la Kodak, la Afga, la Carl Zeiss e molte altre.

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