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Storia della stampa

Storia della stampa.

Dalle origini a Manunzio

Nell’antichità e fino al Medioevo, i testi di cui necessitavano più copie (generalmente testi sacri) erano copiati a mano dai monaci amanuensi sotto forma di volumen o rotulus e codex. Nel Quattrocento tuttavia, il lavoro dei copisti non bastava a soddisfare la maggiore richiesta di libri e anche l’uso della pergamena cominciò a scomparire a favore della carta, meno resistente ma più veloce ed economica da produrre. Si avviò così un cambiamento che culminò con l’invenzione della stampa a caratteri mobili, ad opera di Johann Gutenberg da Magonza (Germania), che stampò nel 1455 la Bibbia a 42 linee con una tiratura di 180 copie. Questa nuova tecnica consisteva nell’incidere sul legno i caratteri e porli nella fonditrice che versava nella parte incisa del metallo fuso fatto da stagno, piombo e antimonio creando dei tipi da disporre allineati nei compositoi, la forma veniva fissata poi al torchio che cadendo lungo un asse verticale esercitava una pressione sulla carta. Dopo il sacco di Magonza molti allievi di Gutenberg emigrarono esportando la tecnica tipografica. In Italia il più importante tipografo fu Aldo Manunzio, che nel 1494 fondò a Venezia la sua tipografia allo scopo di pubblicare i classici greci. A lui si deve la sostituzione del carattere gotico con quello latino ed il corsivo, mentre è di Claude Garamond il merito di aver introdotto le legature fra lettere nel 1531.

Dal torchio a cilindro al desktop publishing

La rivoluzione industriale permise la velocizzazione dei processi tipografici grazie al torchio di Haas del 1772, sostituito poi dal torchio a cilindri creato da Nicholson nel 1790 e dalla rotativa, realizzata nel 1812 per il Times, che fu anche il primo ad usare, due anni dopo, la macchina tipografica in bianca e in volta per stampare in fronte retro. Significativa la svolta dovuta alla Lynotype, inventata nel 1886 da Mergenthaler, basata sull’unione del processo di fusione e composizione e tramite cui il compositore richiama matrici di righe, e alla Monotype, creata da Lanston nel 1897 per lavorare su singoli caratteri invece che righe intere. Nel 1904 nacque la stampa off-set che introduceva nel processo di stampa un cilindro rivestito di gomma che trasmette sul supporto l’inchiostro ricevuto dalla matrice costituita da una lastra di alluminio foto-incisa, e nacque la stampa a colori in quadricromia (ciano, magenta, giallo e nero).Grazie alla diffusione dei computer nasce l’editoria elettronica: nel 1990 la Apple lancia il MacIntosh LC con un desktop publishing che rivoluzionerà la stampa, velocizzandone i processi e aumentando la qualità della stampa e delle immagini. Negli ultimi tempi stiamo assistendo a una nuova corrente, la stampa digitale, capace di ridurre i costi e adatta alle basse tirature quindi... largo al cyber press.

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“…la narrazione storica ha bisogno di scansioni e di partizioni. i fatti storici acquistano significato poiché vengono ricondotti a orizzonti più vasti, alle forme del potere, alla configurazione della società e della cultura, alla mentalità e alla vita materiale. questi più ampi addensamenti di eventi e di circostanze sono i periodi della storia. essi offrono il contesto che consente allo storico di spiegare i fatti…” (prof. claudio pavone).