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Arrigo Sacchi, l'uomo venuto dal Parma che cambiò la storia del Milan

Arrigo Sacchi è stato uno dei più grandi tecnici della storia del nostro calcio, anche se non è durato molto. Il suo Milan, è stata una delle squadre più spettacolari di tutti i tempi.

Arrigo Sacchi, il fautore della zona

Arrigo Sacchi è stato uno dei migliori allenatori del calcio italiano nel corso degli anni ’90. Dopo essersi messo in mostra nel Parma, come alfiere di un gioco modernissimo, fondato su pressing e velocità, si è trasferito al Milan, ove ha vinto praticamente tutto. Nel 1994, ha guidato la Nazionale italiana ai Mondiali statunitensi, portandola alla finalissima, ove è stata sconfitta solo ai rigori dal Brasile.

Dai trionfi col Milan alla finalissima dei Mondiali

Nato nel 1946, Sacchi non ha mai giocato ad alti livelli. Anzi, della sua carriera di calciatore, si hanno pochissime notizie. Nel 1977, inizia ad allenare le giovanili del Cesena, con cui, vince lo scudetto Primavera del 1982. Da quel momento si dedica totalmente all'allenamento iscrivendosi al corso di Coverciano, che supera a pieni voti. Il suo destino, cambia nel 1986-87, quando il Parma, la squadra in cui si sta facendo le ossa, elimina dalla Coppa Italia il Milan di Berlusconi. Che si innamora di questo tecnico che parla di difesa a zona e pressing, e lo porta a Milano nell'estate del 1987.
Inizia vincendo uno scudetto, con una squadra che ha nel trio olandese formato da Gullit, Rjikard e Van Basten, il suo fulcro. Poi arriva il grande sigillo europeo, con la conquista della Coppa dei Campioni, bissato nell’anno seguente. E con esso, il Milan si assicura la finale di Coppa Intercontinentale, che vince per due anni di seguito (1989 e 1990). Al computo dei trionfi, vanno aggiunti i successi nella Supercoppa europea e in quella italiana. Il suo calcio giocato a ritmi pazzeschi, su una zona mutuata da quella dell’Olanda, si impone in tutto il mondo, anche se non durerà molto. Già nel 1991, arrivano segnali di crisi, dovuti anche al fatto che è difficile mantenere il ritmo imposto a livello fisico e psichico dall’uomo di Fusignano. Finito il ciclo milanista, si sposta sulla panchina della Nazionale, che guida ai Mondiali statunitensi del 1994. Negli USA, il cammino dell’Italia comincia male con una inaspettata sconfitta con l’Irlanda. E vira verso il dramma nella partita con la Norvegia, quando gli azzurri si trovano in dieci. Riescono alla fine a vincere con una rete di Dino Baggio, ma anche la partita decisiva con il Messico conferma le difficoltà. Poi, la squadra azzurra si riprende e alla fine riesce ad arrivare alla finalissima col Brasile, perdendola solo ai rigori. E' questo il punto più alto della parabola di Sacchi: da questo momento comincia il declino che lo porta dalla panchina al calcio commentato.

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