Chicken Little (2005), recensione del film
Un personaggio nato nel 1943 che, a distanza di oltre sessant’anni, trova il suo riscatto.
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Chicken Little, il personaggio
Nato nel 1943 come personaggio dei fumetti Disney, Chicken Little, inspirato al protagonista della fiaba “Il cielo sta crollando”, è un pulcino spelacchiato che mette tutti in subbuglio lanciando l’allarme e facendo sì che la volpe Foxy Loxy, con la scusa di portarli al sicuro, se li mangi uno dopo l’altro. Riutilizzato poi nel 1948 in una vicenda che invece lo vede, anche se del tutto incidentalmente, salvatore delle vittime (in un cartooon con Lupetto e i 3 porcellini), finalmente nel 1952 assume le sue sembianze definitive e diviene protagonista di una serie di libretti comici che narrano, con alcune varianti, la storia che l’aveva fatto esordire. Stavolta sarà infatti la volpe che resterà a bocca asciutta mentre il povero Chicken Little, continuerà a fare la figura dell’ingenuo credulone.
Il film
Uscito nel 2005 con il titolo “Chiken Little – Amici per le penne” è il primo film prodotto da Disney con la tecnologia 3D, film che, oltretutto, concederà il riscatto al protagonista, che da oltre sessant’anni era indissolubilmente etichettato come povero buono a niente.
Nonostante la storia sia stata adeguatamente infarcita di temi contemporanei come il cielo che cade in terra che diventa un pannello difettoso di una astronave aliena e la presenza dei robot, non mancano, secondo la classica filosofia della Disney, i richiami ai valori tradizionali e intoccabili, primo fra tutti la famiglia.
Anche stavolta nel rapporto tra il protagonista Chicken e suo padre viene ad instaurarsi con il tempo un rapporto di stima, stima che nasce da un rapporto difficile, vissuto nel ricordo di una madre morta prematuramente. E a causa di questa perdita enorme per la “famiglia” ecco che anche l’ingenua credulità e dabbenaggine di Chicken appaiono ridimensionati.
Non è più il disgraziato “scemo del villaggio” ma un piccolo che ha già sofferto e che nella sua ingenuità porta il dolore della mancanza di una guida, cosa che lo aiuterà a renderlo simpatico e ad essere oggetto di compassione, quasi fosse la trasposizione di un brutto anatroccolo che troverà il suo riscatto rendendosi eroe della vicenda. E dunque anche il tema della speranza resiste, anche se tutto si é trasformato adattandosi ai tempi, sia nei luoghi che nelle relazioni con gli altri personaggi. Chicken si consacra come “antieroe” che, senza rendersi assolutamente conto dell’importanza di ciò che ha fatto, ma solo per bontà d’animo e non per stupidità, trascina nella sua vittoria anche il padre che, da “vecchio criticone”, diviene un buon padre, che ammira e segue il proprio figlio come un oggetto prezioso, come si deve in ogni storia che si rispetti.