Filippo Maniero, una vita a segnare gol dal Milan al Palermo
Filippo Maniero è stato un ottimo attaccante nel corso della sua lunga carriera. Ha segnato molto e spesso le sue reti sono state spettacolari. Non è però mai riuscito ad arrivare alla maglia azzurra, che sicuramente avrebbe meritato.
Filippo Maniero, un grande attaccante
Filippo Maniero è stato uno dei migliori attaccanti italiani nel corso del periodo che va dal 1989, anno dell'esordio con la maglia del Padova, al 2005, quando ha terminato la sua carriera nel grande calcio con la maglia del Torino. In questo lungo periodo, ha segnato 116 reti in 376 gare disputate con ben dieci casacche diverse. E ha anche indossato la maglia azzurra della Under 21, per quattro volte, anche se non è mai riuscito ad arrivare alla selezione maggiore.
La carriera
Inizia nel Padova, la squadra della sua città, ove fa il suo esordio nel 1989-90 segnando 3 reti in 13 gare di serie B. E’ un attaccante centrale poderoso, alto e con la sua stazza non ha paura delle difese potendo farsi valere nelle mischie sotto porta. Ha però anche ottime doti tecniche, che lo fanno sembrare un piccolo Van Basten. Dopo aver fatto la necessaria esperienza tra Padova, Bergamo e Ascoli, proprio con i biancoscudati esplode in serie A nel 1994-95, quando segna nove reti in una squadra non proprio fortissima, che infatti si salva per miracolo. Ceduto alla Sampdoria, gioca un buon campionato che ne conferma la statura, ma nel 1996, i doriani lo spediscono a Verona, ove compie il salto di qualità. Segna 12 reti in 33 partite, mostrando i colpi tipici del grande goleador e alla fine della stagione è il Parma a puntare su di lui. Non delude le attese, anche se la concorrenza interna limita il suo ruolino a 4 reti in 10 gare. Ancora una volta, alla fine della stagione è costretto a ripartire, stavolta verso Milano, sponda rossonera, ove segna 3 reti in 13 gare che non bastano per la conferma. Ha bisogno di giocare con continuità e finalmente trova il posto giusto, Venezia, ove nei successivi quattro anni fa veri sfracelli. Testa, piede, mischia, da lontano, sotto porta: la varietà delle sue realizzazioni nel quadriennio in laguna è realmente impressionante. Solo la Nazionale non si accorge di lui. Poi, scende la penisola verso Palermo, in serie B ove segna 13 reti. E’ il canto del cigno: nelle due annate successive gioca a Brescia e a Torino, ma comincia a mostrare i segni del declino. Prova in Scozia, nei Glasgow Rangers, ove però non gioca mai e alla fine esce dal calcio professionistico, limitando la sua attività alle serie dilettantistiche, con le maglie di Piovese, Legnarese e Casalserugo.