Flags of Our Fathers DVD, recensione e trama
Guerre e rivoluzioni si fanno anche con le immagini. Istantanee che finiscono per far parte della memoria storica che caratterizza gli eventi importanti. Così è stato per una delle battaglie più importanti e significative della Seconda Guerra mondiale.
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Trama
Siamo sull'isola di Iwo Jima, nel febbraio del 1945, e qui avrà luogo una delle battaglie decisive per le sorti del conflitto. Ci troviamo in luogo sacro per l'impero giapponese e conquistarlo può essere fondamentale per l'esercito americano. Una vittoria che porterebbe speranza in una nazione dal morale e dall'economia a pezzi.
Questi sono i presupposti che porteranno i due eserciti a scontrarsi in combattimenti cruenti e sanguinosi, per quasi un mese. Durante l'infuriare della battaglia per la conquista del monte Suribachi, sei marines riescono ad innalzare la bandiera americana.
Lo sviluppo del film seguirà l'evolversi della storia nata dallo scatto di Joe Rosenthal fotografo di guerra pronto ad immortalare quel momento.
Questa foto diventerà subito sinonimo di dedizione e sacrificio. Un simbolo che secondo molti potrà risollevare le sorti del conflitto, ma soprattutto alzare il morale degli americani. Per questo motivo i tre marines superstiti, gli altri periranno nei successivi combattimenti, saranno immediatamente riportati in patria. Osannati come eroi finiranno ben presto per diventare animali da circo, da esibire in giro per gli States. Ricreando improbabili ricostruzioni della celebre battaglia.
Ira Hayes, René Gagnon e Jhon “Doc” Bradley sono solo tre soldati e come tali vogliono essere considerati. I veri eroi sono i loro commilitoni che ancora combattono e muoiono al fronte.
La verità è però diversa da quella che viene raccontata.
Quella foto è un clamoroso falso. Una ricostruzione ad uso e consumo della politica che la sfrutta per i propri fini propagandistici e dei media, rei di aver contribuito a questa mistificazione.
Recensione
Flags of Our Fathers è un film intenso e per certi versi quasi epico. Scene di guerra dalle tinte forti esaltano gli eroi di cui abbiamo bisogno, creati più dalla nostra mente che dagli eventi. Un film con buoni sentimenti e tipicamente americano, raccontato seconda il diverso senso morale tipico dell'Eastwood dietro la macchina da presa.
Quel senso critico che esalta gli antieroi e l'individualismo silenzioso e solitario.
Ancora una volta un'ottima regia e una grandiosa produzione capace di far riflettere su quegli aspetti della guerra che spesso non sono tenuti nella dovuta considerazione.
Riflessioni che lasciamo l'amaro in bocca.