Frost/Nixon - Il duello, recensione del DVD
Un buon film che non rende correttamente giustizia a una delle figure politicamente più rilevanti della fine del Novecento.
Il DVD e la vicenda
Gli scarsi contenuti extra che accompagnano il film nel DVD non fanno assolutamente rimpiangere la scelta di un eventuale acquisto.
Dopo circa tre anni dalle dimissioni, avvenute nel 1974, l’ex presidente Nixon accetta di essere intervistato da un giornalista inglese dietro un congruo compenso. L’attesa è enorme perché potrebbero scaturire quegli elementi che lo inchioderebbero alle sue responsabilità, cosa che era riuscito a evitare, dimettendosi.
Il film si sviluppa narrando delle quattro puntate dell’intervista e di come Frost, il giornalista, solo alla fine riesca in qualche modo a spuntarla sull’astuto ex presidente che, fino all’ultimo, aveva brillantemente evitato tutti i trabocchetti e, anzi, riguadagnato anche in popolarità.
Il film
Ron Howard, il regista di “Frost/Nixon - Il duello”, ha effettuato una dignitosa, quanto a verità, ricostruzione della vicenda Watergate, arricchendola del ritmo incalzante di un thriller tanto che, talvolta, occorre un attimo di attenzione per non perdere il filo, importantissimo, del tema trattato. Nixon era personaggio che il cinema aveva già indagato con una pièce di Oliver Stone, “Gli intrighi del potere - Nixon”, dove già se ne erano ripercorsi gli ultimi periodi da presidente. La pellicola di Howard risveglia quel momento tanto atteso negli Stati Uniti in cui Nixon, colpevole ma non reo confesso, seppur dopo aver fino in fondo condotto da grande politico e stratega la battaglia mediatica, cade nell’ammissione: “…David Frost:Veramente lei sostiene che il Presidente può fare qualcosa di illegale? Richard Nixon: Sto dicendo che se è il Presidente a farlo vuol dire che non è non è illegale David Frost:Come scusi?...”. Concede così al popolo statunitense il diritto della conferma e dell’amara consapevolezza di averci visto giusto ai tempi del Watergate. Ma non vi sono, in fondo a questo vero e proprio duello giocato sulla più fine delle ironie e sul più astuto dei sottintesi, né vinti né vincitori. Gli Stati Uniti non esploderanno in un urlo liberatorio, né Nixon se ne andrà curvo sotto il peso dell’ammissione. Tutti si arricchiranno unicamente della coscienza che il potere è l'amante più infido che l'uomo ha, da sempre; un amante che accarezza nel film entrambi i duellanti, un amante con il quale Frost rischia di soccombere, se in fondo non giungesse, quasi inattesa, la scivolata presidenziale. Non è un film che inquadra correttamente il politico Nixon, anzi, a tratti indugia in un atteggiamento populista che distorce il giudizio complessivo su un personaggio che, per onestà d’intelletto, andrebbe rivisitato sul piano di quello spessore politico che gli permise, durante il suo mandato, di assumere decisioni inequivocabilmente determinanti per l’allora situazione mondiale.