INPDAP Piccoli Prestiti: guida al finanziamento
Il "piccolo prestito" è uno strumento di credito che l’INPDAP propone a dipendenti e pensionati pubblici iscritti alla "Gestione unitaria autonoma delle prestazioni creditizie e sociali". Si tratta di un prestito di importi limitati, ma senza la necessità di alcuna motivazione o documentazione di spesa.
Finanziamenti a tassi agevolati INPDAP
L’INPDAP eroga finanziamenti a tassi agevolati per i pensionati e i dipendenti pubblici sia direttamente che tramite istituti di credito convenzionati. Per i finanziamenti concessi in modalità diretta, si tratta di prestiti finanziati attraverso un fondo alimentato dalla contribuzione obbligatoria e volontaria degli iscritti. L’iscrizione al fondo (denominato “Gestione unitaria autonoma delle prestazioni creditizie e sociali”) consente, quindi, agli iscritti INPDAP e ai lavoratori e pensionati pubblici di accedere a tutte le prestazioni finanziarie direttamente erogate dall’Istituto (mutuo ipotecario, prestito pluriennale diretto e piccolo prestito).
Le caratteristiche del “piccolo prestito”
Le domande per accedere al piccolo prestito, redatte su modelli prestampati, devono essere inoltrate dal richiedente dipendente pubblico, tramite l’Amministrazione di appartenenza, al competente Ufficio dell’INPDAP competente per territorio. Inoltrate direttamente nel caso in cui, invece, a richiedere il prestito sia un pensionato iscritto. Per l’erogazione del piccolo prestito non è necessario produrre alcun giustificativo di spesa, né specificare le motivazioni della richiesta. Per quanto riguarda gli importi che possono essere richiesti attraverso questo strumento di credito, per i prestiti a scadenza annuale, l’importo massimo richiesto sarà di un ammontare non superiore allo stipendio (o pensione) netto medio mensile. Se il richiedente non deve sostenere altre trattenute per “cessioni del quinto” dello stipendio (o pensione) potrà anche richiedere un importo pari a due mensilità. Per i prestiti con durata 24 mesi, è possibile richiedere una somma non superiore a due stipendi (o pensione) netti medi mensili. Anche in questo caso, se il richiedente non ha altre trattenute per cessioni del quinto, si potrà richiedere un prestito superiore: comunque non oltre quattro mensilità. Analogamente, per i prestiti con durata triennale, si potrà richiedere una somma non superiore a tre stipendi (o pensioni) netti mesi mensili. Se non si hanno altre trattenute per cessioni del quinto si possono anche richiedere importi fino a concorrenza di sei mensilità. È fissato comunque un tetto massimo all’erogazione del piccolo prestito (nel caso della durata triennale) pari a 8.000,00 euro. La modalità di rimborso previsto è con rate mensili, costituite da una quota capitale e una interessi, per una durata che può andare da 1 a 3 anni. Per quanto riguarda, poi, le condizioni del prestito, sull’importo lordo del finanziamento si applica un tasso di interesse annuo nominale (TAN) del 4,25%; un’aliquota pari allo 0,50% per “spese di amministrazione” e un “premio fondo rischi” secondo percentuali variabili.