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I sette samurai: recensione e trama

I sette samurai è una pellicola del famoso regista nipponico Akira Kurosawa. Il film, realizzato nel 1954, ha avuto molto successo, tanto da essere considerato il migliore del Sol Levante. Molto apprezzati sono anche gli attori Toshirō Mifune e Takashi Shimura. La pellicola può essere definita il primo esempio di film d’azione mescolato al genere storico.

Scheda

Titolo: I Sette Samurai Paese: Giappone Anno: 1954
Colore: B/N
Durata: 160 minuti (192 minuti la versione integrale restaurata)
Genere: drammatico/storico/azione
Regista: Akira Kurosawa
Attori: Toshirō Mifune (Kikuchiyo); Takashi Shimura (Kambei Shimada); Keiko Tsushima (Shino); Daisuke Katô(Shichiroji)

Trama

Il film si svolge nel Giappone del XVI secolo (con precisione si è tra la fine nel 1587 e l’inizio del 1588) e si narra di un gruppo di contadini disperati per le continue invasioni di un gruppo di briganti che fanno razzia del loro raccolto. L’anziano del villaggio, dietro consiglio di un giovane bracciante che ha perso la moglie per colpa dei banditi, decide che bisogna reagire e non subire più le prepotenze di questi predoni e propone di chiedere aiuto a dei samurai senza signore. La ricerca è molto difficile, poiché i samurai combattono dietro pagamento e il gruppo di contadini non ha molto da offrire all’infuori del vitto e dell’alloggio. Proprio quando la situazione sembra mettersi per il peggio, ecco che il guerriero Kambei Shimada, decide di dare il proprio aiuto e grazie alle sue conoscenze cerca di reclutare altri sei samurai per difendere il villaggio degli agricoltori. L’impresa gli riesce e alla fine sono ingaggiati altri guerrieri (sei compreso lui) cui si aggiunge il coraggioso contadino Kikuchiyo. Grazie a questi 7 samurai, dopo tre giorni di battaglia, i briganti sono sconfitti definitivamente. Quattro dei sette guerrieri perdono la vita negli scontri e i tre che si sono salvati, seppur tristi assistono ai festeggiamenti del villaggio.

Analisi

Questa pellicola ha il pregio di mettere in collegamento due mondi apparentemente opposti e cioè quello dei samurai e quello dei contadini. I due mondi grazie al personaggio di Kikuchiyo diventano quasi un'unica cosa e la realtà contadina a causa della morte del giovane non viene più collegata all’ignoranza e soprattutto all’ingratitudine. Kikuchiyo con la sua morte riscatta insomma un intero mondo. Nel film emergono sentimenti come l’onore (tipico dei giapponesi e in particolar modo dei samurai), la voglia di non subire più passivamente le angherie dei briganti e la grande umanità e spirito totale di sacrificio rappresentato dal personaggio interpretato da Toshirō Mifune. La sceneggiatura, le inquadrature dei samurai e dei loro rapporti con i contadini sono realizzate in modo tale da mettere in evidenza i sentimenti sopra citati.

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