Il riccio: recensione e trama del film tratto dal romanzo di Muriel Barbery
"Il riccio" è un film del 2009 ispirato al famoso romanzo "L'eleganza del riccio" della scrittrice francese Muriel Barbery.
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La trama
La vicenda si svolge a Parigi, in un elegante palazzo abitato da famiglie dell'alta borghesia. La dodicenne Paloma Josse (Garance Le Guillermic), figlia di un borioso ministro ma ragazzina sagace ed intelligente, sempre intenta a spiare il mondo con la sua cipresa, prende l'inaspettata decisone di togliersi la vita il giorno del suo tredicesimo compleanno.
Parallelamente viene descritta la vita di Renée Michel (Josiane Balasko), la portinaia del palazzo. Una donna introversa e scontrosa all'apparenza, ma, in realtà, una coltissima autodidatta, esperta di letteratura, musica, arte. Il suo piccolo "studio" è ricolmo di libri e li vi si rifugia per spezzare la noiosa routine.
Le vite di questi due personaggi verranno sconvolte dall'arrivo, nel palazzo di rue de Grenelle, di un nuovo inquilino: Kakuro Ozu (Togo Igawa), un ricco ed elegante gentiluomo giapponese. Sarà proprio in seguito all'arrivo di monsieur Ozu che Renée e Paloma si conosceranno ed instaureranno una solida amicizia.
Renée e Paloma capiranno di essere simili, di vedere il mondo in modo diverso rispetto agli altri, e proprio per questo motivo le decisoni e lo stile di vita da loro adottati subiranno un forte cambiamento.
Il bello del "riccio"
La regista, l'esordiente Mona Achache, acquistò i diritti della trasposizione cinematografica prima che il romanzo diventasse un caso letterario internazionale. L'autrice Muriel Barbery prese immediatamente le distanze dal film, pretendendo che apparisse con la dicitura "liberamente ispirato".
É indubbio che il film si discosti molto dal libro della Barbery, ma Il riccio possiede comunque molte qualità positive. In primo luogo la grandiosa interpretazione di Josiane Balasko, perfetta nel ruolo della portinaia-riccio, ispida e impenetrabile per il mondo esterno ma dotata di un intelletto "elegante" e acuto.
Un altro punto a favore di Mona Achache è di essere riuscita a rappresentare con grande intelligenza e finezza i difetti della borghesia francese, e dipingere in pochi tratti quello che nel romanzo è raccontato in pagine e pagine di descrizioni. Ne risulta un film piacevole, brillante, con dialoghi simolanti e gradevoli ambientazioni. Un film che vale la pena di essere visto, anche dagli irriducibili fans de L'eleganza del riccio.