L'importanza del ruolo dell'allenatore negli sport di squadra
Spesso l’attenzione di chi guarda una partita (di calcio, basket, rugby, ecc.) si focalizza sugli atleti, sui loro gesti e sulle grandi giocate, trascurando una figura che è la più determinante di tutte: l’allenatore.
Obiettivi generali del coach
Il carattere della squadra è lo specchio di quello dell’allenatore, che dovrà garantire apprendimenti psico-motori (ovvero lo sviluppo delle capacità condizionali – forza, resistenza, velocità e flessibilità – e delle abilità coordinative), cognitivi (inerenti alla tecnica e alla tattica) e affettivi (forza di volontà, autocontrollo e capacità di affermazione). L’allenatore quindi, condiziona fortemente quelli che sono gli aspetti tattici, psicologici, fisici e tecnici; deve tener conto dello sport business e quindi ottenere il meglio dai suoi ragazzi anche per il suo incarico inteso come dovere nei confronti della società-azienda.
Gli aspetti caratteriali e le giuste condizioni in cui operare
Il Mister deve saper sopportare la delusione della sconfitta gestire la gioia della vittoria (senza mai lasciarsi sopraffare dalle emozioni), fare in modo che gli avvenimenti della propria vita privata restino fuori dai campi sportivi e cercare in tutti i modi di trasmettere quanto appena detto anche ai suoi ragazzi. Deve rimproverare l’atleta che sbaglia ma nel modo giusto, in modo tale da non causare l’insorgere di timore e sfiducia in luogo della motivazione a far meglio: egli deve infondere sicurezza, ponendo le basi per la crescita atletica ma soprattutto personale di giovani ragazzi. Nell’organizzazione del proprio lavoro deve saper dimostrare piglio e superiorità, ponendosi degli obiettivi e cercando di raggiungerli utilizzando saggiamente il tempo e tutte le risorse a sua disposizione sui campi da gioco, dovrà basarsi su dati concreti ed oggettivi, spesso derivanti dalle sue esperienze precedenti. Da parte della società, è doveroso far lavorare l’allenatore in un ambiente compatibile col suo modo di pensare, in modo tale da permettergli di sensibilizzare e far crescere questo ambiente attraverso la trasmissione delle proprie conoscenze e del proprio credo. L’allenatore lavora con gli atleti, col suo staff e con la società (insieme alla quale costruisce sia la squadra che lo staff e gestisce il budget per viaggi, trasferte, ritiri,…) e tra ognuno di questi egli fa da tramite (oltre che con la stampa). L’arte comunicatoria deve essere la dote principale di qualunque allenatore, che stia allenando un gruppetto di ragazzini sotto casa o il Real Madrid. La comunicazione deve essere efficiente, costruttiva, esaustiva, semplice; si dovrà stimolare l’attenzione e nelle critiche, attaccare sempre il comportamento e mai la persona, spingendo l’altro alla collaborazione e non al conflitto. Infine, il miglior allenatore deve saper ascoltare, offrendo la sua piena disponibilità ad accettare anche l’idea di aver sbagliato.