Luther, recensione del DVD
Un film che assume i caratteri del documento storico, che ha ricevuto nel mondo cattolico una tiepida accoglienza per la scomoda verità che lo accompagna e per l’immaginario collettivo che non riesce a vedere l’evento come una delle più importanti occasioni perse dalla Chiesa per riformarsi e progredire.
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Il film e il DVD
Il film, diretto da Eric Till con più che ammirevole obiettività, trova in Joseph Fiennes, Peter Ustinov e Alfred Molina tre interpreti d’eccezione che ne valorizzano il cammino storico e culturale che vuole percorrere. È la storia dell’ascesa di Martin Lutero, della sua riforma protestante e degli eventi che a essa seguirono, sia sul piano politico che su quello religioso. Dalla predicazione di Lutero, uscì una Chiesa molto ridimensionata, che negli anni a venire avrebbe visto del tutto scomparire quell’onnipotenza che fino allora le aveva permesso di estendere arbitrariamente il potere spirituale a quello temporale, trovando in taluni Principi cristiani validi alleati. Iniziata con la famosa affissione delle 95 tesi di Lutero sul portone della Chiesa di Wittemberg, la sua parola iniziò a dilagare, radicandosi non solo nei ceti più deboli ma trovando alimento anche in quella schiera di nemici che la Chiesa ed i suoi alleati si erano fatti nei secoli. Intellettuali, credenti e Principi emarginati che lentamente sostennero il suo movimento fino a farne motivo di guerra. In questa ambiguità storica che vede un Lutero in continuo trasformismo, ora nuovo crociato, ora riformatore illuminato, si snoda la ricostruzione di un ottimo film. Nelle sale nel 2003 è da tempo disponibile in DVD, corredato da alcune interessanti schede informative, da scene non utilizzate ed in particolare dalla sequenza di un incipit poi accantonato. Testi in lingua italiana, inglese e tedesca masterizzate in Dolby Digital 5.1.
Genio, ribelle, liberatore
Questo il sottotitolo del film-documentario. Ma in realtà è documento che, come tutte le cose scomode, non solo è stato tiepidamente accolto, specie in Italia, complice anche la lontananza sia temporale che mentale dalla questione, ma del quale, oltre tutto, abbiamo acriticamente ignorato le istanze rivolte alla Chiesa che, per quanto facenti parte anche delle ovvietà risapute, potevano divenire elemento di rinnovata riflessione.Il titolo del film, “Luther. Genio, ribelle, liberatore”, è insufficiente a mostrare tutte le facce della tempesta che quest’uomo fu capace di scatenare. Tempesta che non risolve il dubbio di quanto sia stato vittima e quanto complice se non addirittura freddo calcolatore circa le conseguenze che ne derivarono. L’aiuto consistente sul piano storico e teologico offerto dalla Comunità Luterana assicura alle vicende narrate una veste di onestà intellettuale e di fedele ricapitolazione degli eventi. Una fotografia che molti hanno avvicinato alle meravigliose iperboli di Kubrick, rende ancor più apprezzabile lo sforzo ricostruttivo.