Perché le banche italiane hanno retto durante la crisi subprime?
Una cosa che in Italia si è confermata solida, nonostante la crisi degli ultimi anni, è proprio il sistema bancario, sottoposto a vigilanza dalla Banca di Italia e a una serie di obblighi.
La natura dei subprime, una bomba a orologeria
Ormai è tristemente noto a tutti che la scintilla che ha causato lo scoppio della crisi globale è stata rappresentata dai mutui subprime. E anche se la crisi ha avuto la sua irruzione, a livello mondiale, nel 2008, i primi scricchiolii legati ai subprime erano stati avvertiti negli Stati Uniti. Numerose banche americane, anche di piccole dimensioni e quindi non dotate di una sufficiente patrimonializzazione, cominciarono a erogare mutui, sulla scia della bolla speculativa immobiliare, a persone che, per mancanza di reddito o anche precedenti che non facevano presupporre nulla di buono, in periodi diversi avrebbero visto le proprie domande semplicemente cestinate. Il cambiamento di atteggiamento di queste banche fu legato al dilagare della cartolarizzazione dei mutui, che potevano essere venduti ad altre banche, in questo modo la banca che aveva erogato un finanziamento ad alto rischio si ripuliva il portafoglio mantenendo un comportamento sempre meno improntato alla prudenza. Il problema di questi mutui cartolarizzati non è rimasto circoscritto agli Stati Uniti perché un numero crescente di fondi e di banche europee avevano i propri portafogli pieni zeppi di titoli strutturati che si fondavano sui mutui subprime. Ci sono diverse ragioni per cui le banche italiane sono state solo marginalmente coinvolte, le vediamo brevemente di seguito.
Perché le banche italiane hanno retto
Un comportamento come quello che è stato assunto dalle banche italiane in Italia sarebbe quasi impossibile, soprattutto su larga scala, perché c'è la stretta vigilanza condotta dalla Banca di Italia (un aspetto questo che invece manca in numerosi altri Paesi, e in primis negli Stati Uniti) che impone una lunga serie di adempimenti, anche di natura patrimoniale (e recentemente ne ha imposto un ulteriore consolidamento che ha costretto alcune banche a procedere a delle sostanziose ricapitalizzazioni). A questo poi va aggiunto che le banche italiane avevano partecipazioni marginali nei titoli strutturati e questo le ha esposte in misura minore.
Una scelta di questo tipo è resa possibile dalla solidità del risparmio degli italiani (almeno fino alla crisi, e questo è uno degli aspetti che può modificare scenari futuri) che rende gli Istituti di credito solidi. Questa a sua volta è una delle ragioni per cui l'ABI e il governo hanno potuto sottoscrivere accordi volti a sostenere le imprese e le famiglie in difficoltà, con la sospensione di quei pagamenti resi inaccessibili dalla crisi.
La situazione bancaria italiana si è dimostrata solida anche attraverso gli ultimi stress test, superati più o meno brillantemente dalle banche che vi erano state sottoposte.