Perfect Blue: scheda e recensione del film di Satoshi Kon
Thriller psicologico in versione anime, per questo piccolo gioiello di animazione firmato da Satoshi Kon tratto da un romanzo di Yoshikazu Takeuchi.
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Non è un cartone per bambini
Perfect Blue è un film di animazione giapponese del 1998 diretto da Satoshi Kon.
Si tratta di un thriller psicologico dalle tinte forti, spiazzante e molto suggestivo. La protagonista di questo piccolo "capolavoro dell'orrore quotidiano" è Mima; lei è la dolce e giovane cantante di un gruppo pop formato da tre elementi, la leader delle Cham, una band che stenta a decollare nel difficile mondo della musica. Allora decide di lasciar perdere questa strada e provare a cimentarsi in altre forme d'arte per raggiungere un po' del successo desiderato. Abbandona il gruppo, dice addio alle Cham e si dedica alla carriera di attrice, anche se al suo esordio (come è normale che sia) le viene affidato un ruolo secondario, una piccola particina in cui Mima deve interpretare una ragazza mentalmente instabile. Purtroppo un fan esagitato delle Cham e in particolare di Mima vive questo suo abbandono come un tradimento e non lo accetta, non doveva lasciare la musica e la sua band. Efferati omicidi vengono compiuti da questo fantomatico quanto pericolosissimo fan che vuole mandare dei messaggi all'attrice in carriera; ma forse non è lui a commettere davvero gli omicidi; forse lui neanche esiste. Il ruolo che Mima interpreta comincia a farle credere di vivere davvero una spersonalizzazione e una instabilità mentale: forse è la stessa Mima a commettere quegli omicidi, o almeno, una parte di lei, quella cattiva e nascosta, quella che non voleva abbandonare la band e la musica. Il dubbio si insinua nella sua pelle come in quella dello spettatore.
Consensi
Non è un film di animazione per bambini, piuttosto un cartone animato per adulti. Il suo creatore non lesina certo sulla violenza e la tensione è palpabile e sempre presente, in questo lungometraggio pluripremiato e accolto bene da critica e pubblico. Ingombrante la presenza di Hitchcock in questo anime, che porta subito alla mente lo sdoppiamento inquietante e maniacale di Norman Bates.
Lontano da quegli statici e freddi esercizi virtuosistici a cui ci hanno abituato i maestri della matita giapponesi, questo film sembra avere il giusto equilibrio tra atmosfere, visioni oniriche, introspezioni e schizofrenie; trama lineare e sempre godibile, eccezionale la colonna sonora.
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