The Box: recensione del film di Richard Kelly
The Box segna il ritorno di Richard Kelly, il regista del celebre Donnie Darko, vero e proprio film cult. Opera inquieta, a tratti bizzarra, ma lontana comunque dalle ottime intuizioni del primo lungometraggio.
Trama
La vicenda è ambientata in Virginia negli anni Settanta, il tutto inizia con il ritrovamento di una particolare scatola dotata di pulsante rosso, da parte dei coniugi, Norma (Cameron Diaz) e Arthur (James Marsden). Il giorno dopo si presenta il signor Steward (Frank Langella) che espone la sua bizzarra e in quietante proposta. Se si deciderà di premere il pulsante, sarà possibile guadagnare un milione di dollari, tuttavia una persona sconosciuta dovrà morire. Dopo parecchie discussioni, la coppia sceglie di premere il pulsante, ma ciò provoca una serie di eventi minacciosi e al limite dell'assurdo.
Il misterioso signor Steward non è, in realtà, un semplice essere umano ma entità penetrata nel corpo del vero Arlington Steward, deceduto dopo essere stato colpito da un fulmine durante le operazioni della sonda Viking, un progetto della NASA destinato a esperimenti su Marte, e alla ricerca di eventuale presenza aliena. Tale entità vuole, in questo modo, mettere alla prova l'umanità e verificarne l'attaccamento al bene comune, rinunciando a eventuali privilegi.
Amare sorprese attendono, perciò, Norma ed Arthur, coinvolti in qualcosa più grande di loro.
Recensione
Grande è l'attesa per questo ritorno di Richard Kelly, dopo il deludente film del 2006, Southland Tales, fin troppo ambizioso, e poco coinvolgente.
Questa volta l'intera vicenda si basa sul racconto di Richard Matheson, Button, Button, scritto nei primissimi anni Settanta.
Tutta la storia è proprio ambientata in questo periodo e Kelly abbandona così il mondo futuristico del precedente film.
Meno ambizioso, quindi, ma la trama è abbastanza contorta. Intenzione principale è quella di inserire atmosfera di mistero, capace di durare per tutto il film. In realtà, è proprio l'atmosfera a venire meno, e l'opera in questione risulta poco accattivante e senza, infine, intuizioni capaci di essere ricordate.
Tutto ciò è senz'altro l'aspetto negativo più marcato, perchè Kelly è divenuto famoso proprio per le varie intuizioni disseminate nel brillante Donnie Darko.
In questo caso, tutta la struttura del film appare macchinosa e poco fluida, ed anche la sceneggiatura risulta non proprio congeniale.
Infine, un'attrice esperta come Cameron Diaz appare quasi spaesata e non riesce a dare forza al suo personaggio.
Richard Kelly rimane comunque un regista di talento, ed anche l'esitante e incerto The box non può cancellare tutto questo.