The Horsemen: recensione e trama
Thriller psicologico che grazie alla complessità della mente umana ci fa esplorare i più reconditi ambiti dell'animo umano
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Trama
Il detective Aidan Breslin, specializzato in odontologia forense, vedovo e con due figli maschi a cui dedica poco tempo, interpretato da Demmis Quaid, indaga a New York su un misterioso serial killer che uccide ispirandosi alla leggenda biblica dei 4 Quattro Cavalieri dell'Apocalisse portatori di rovina e distruzione. Il Cavaliere Bianco rappresenta il maestro dell'inganno, il Cavaliere Rosso che sotto l'apparente innocenza incita le persone ad aizzarsi l'una contro l'altra, il Cavaliere Nero manipolativo e angosciante, il Cavaliere Pallido che si dedica alla morte con meticolosità. Comprendendo la chiave di questo inquietante codice, grazie agli indizi lasciati sulla scena del crimine come denti umani su un vassoio, sarà possibile anticipare le mosse dell'assassino o della setta, che coinvolgeranno anche il detective Breslin stesso. Gli indizi porteranno direttamente a lui.
Recensione
Jonas Akerlund, regista svedese di "The Horseman", realizza questo thriller-horror dopo anni di esperienza nei videoclip, filmando splendidi scenari candidi innevati su cui si sparge sangue, alternando citazioni bibliche e riferimenti religiosi a scene cruente che invitano lo spettatore a farsi coinvolgere, cercando una soluzione agli efferati delitti di cui si fornisce la chiave di lettura, sviando in realtà chi cerca di capirci qualcosa, poichè tutti hanno qualcosa da nascondere indossando una maschera che li rende a volte vittime a volte carnefici. Riprese di qualità e non banali quanto alcuni tratti della storia, che si perde nei troppi generi proposti e negli eccessivi spunti di riflessione che non sempre vengono poi chiariti all'interno del film: omicidi, rapporto padre-figli difficili adolescenti. Buon montaggio serrato che non fa cadere il ritmo lento e a volte noioso.
Il protagonista Dennis Quaid è abbastanza credibile nel ruolo del detective con un profilo ben tracciato umano con i suoi difetti; Ziyi Zhang, la protagonista femminile, de "La foresta dei pugnali voltanti" è intensa e espressiva, figura ambivalente e inquietante. Una trama che scorre senza intoppi quindi sino al finale povero di sostegno contenutistico. Inizia meglio di come finisce, lasciando lo spettatore un pò perplesso sul perchè proprio i cavalieri dell'Apocalisse vogliano insegnare che dagli errori, dal dolore si comprende il valore delle cose importanti. Ricorda vagamente "Seven" con meno originalità e maestria.