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The Take - La Presa, recensione del DVD

The take: un film sulla presa di contatto con le capacità di ognuno di noi e col vigore che dà l'essere insieme in un gruppo, propensi a mettersi in gioco. Una sfida azzardata con uno slancio incisivo.

Trama

Nell'Argentina del disastro economico, precisamente nella periferia di Buenos Aires, trenta operai disoccupati si infiltrano nella fabbrica in cui lavorano e non vogliono più lasciarla. Poco prima della crisi economica del 2001, la ricca borghesia americana finisce in una città abbandonata con fabbriche vuote e una disoccupazione che sfiora tassi altissimi. Il presidente dell'entrante cooperativa degli operai, Freddy, e il politico del Movimento delle società recuperate, Lalo, sono consapevoli che ottenere il successo sarà molto difficile. Dovranno fronteggiare polizia, tribunali e politici che, se da un lato possono assicurare loro protezione, dall'altro possono sbatterli violentemente fuori dalla fabbrica. Questa storia di lotta degli operai ha come sfondo il periodo delle elezioni presidenziali, dove un architetto del collasso, Carlos Menem, è il principale favorito. I lavoratori, equipaggiati con sole fionde e fede nella democrazia della base operaia, fronteggiano i loro capi, banchieri e tutto il sistema che fa delle loro care fabbriche dei semplici rottami da vendere al migliore offerente.

Aspetti positivi

Presentato alla 61° Mostra del Cinema di Venezia, il film "The take" è un forte atto di accusa verso la politica economica capitalista. Gli autori di questo film-documentario sono: Naomi Klein e Avi Lewis, rispettivamente sceneggiatrice e regista. Alla ricerca di efficaci soluzioni per rendere più motivate le proprie critiche verso l'economia globalizzata, i due canadesi hanno trovato un esempio concreto nella storia dell'acciaieria "Forja".
L'ideologia di fondo dei due giornalista è esplicita già dall'inizio, però non pregiudica affatto né la valenza storica di "The Take" né la sua resa estetica, che è, al contrario, molto piacevole e ispirata. Un film, insomma, che fa riflettere, che tratta di argomenti forti, attuali e di grande importanza.

Aspetti negativi

Durante il film vengono alternate lunghe interviste degli operai licenziati a scene di guerre urbane, i produttori vanno ad allargare il proprio focus guidando tutto con una voce fuori campo che, se da una parte è fondamentale per un documentario, dall'altra è anche un lama a doppio taglio. Infatti, gli elementi della storia vengono sviscerati, rendendo, con questa interminabile spiegazione, il film una lettura ad alta voce, come quella di un libro piatto. Inoltre, in questa continua critica radiofonica, le immagini diventano inutili extra. Anche il finale risulta uno dei molti punti che si accumulano quando si legge una cronologia di una storia.

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